Lo scorso 9 settembre Steve Jobs ha presentato alla stampa, nella cornice dello Yerba Buena Center for the Arts di San Francisco (alle spalle del mitico Moscone Center dove ogni anno si svolge il Macworld), la nuova collezione iPod. Inutile dire che dell’evento, a cui hanno partecipato inviati da tutto il mondo, si è parlato perfino sui quotidiani, sulle riviste e in televisione: quando Jobs sale sul palco a presentare qualcosa di nuovo ormai è così, gli occhi del mondo sono su di lui. E le aspettative schizzano a mille! Ma cosa ci si poteva aspettare da quella che già dal titolo dell’evento, Let’s Rock, era chiaramente un normale aggiornamento di gamma? Dopo sette anni dal primo modello, Apple cosa può ancora inventarsi con gli iPod? Nulla di rivoluzionario, è chiaro, ma attenzione: le novità della nuova gamma non sono poche e non sono neanche di poco conto. Analizziamole modello per modello.
iPod nano
Le novità più importanti della nuova gamma iPod nano sono per prime il design, o meglio il fattore di forma che sembra ripartire da quello di due generazioni fa, e il raddoppio a parità di prezzo della capacità di memoria. I nuovi iPod nano hanno 8 e 16 GB di memoria flash e un prezzo rispettivamente di 139 e 189 euro. Moltiplicando i due modelli a catalogo per i nuovi e fiammanti nove colori – argento, nero, viola, blu, verde, giallo, arancione, rosso e rosa – il risultato è di ben diciotto nuovi iPod nano: mai la scelta è stata così amplia. Per il nuovo design il team di Apple guidato da Jonathan Ive sembra aver fatto una carambola all’indietro di ben due generazioni abbandonando completamente la forma a “quadrotto” della terza generazione (l’attuale è la quarta, 4G) per riprendere quella allungata degli iPod nano 2G. Rispetto a quest’ultima, la sezione della scocca è molto più assottigliata ai lati ma il disegno e il principio costruttivo sono sostanzialmente i medesimi: il corpo torna a essere un estruso d’alluminio come quello dei nano di seconda generazione. Il nuovo design rende poi questo iPod nano un vero peso piuma: con i suoi 37 grammi scarsi ci si dimentica di averlo in tasca. L’orientamento verticale inganna, ma le dimensioni e la risoluzione del display del nuovo nano sono esattamente identiche a quelle della gamma precedente: 320 x 240 pixel a 204 ppi. Da questo punto di vista, quindi, nessuna novità. Lo schermo è però ora protetto da un vetro lucido sensibilmente stondato ai lati per seguire il profilo affusolato della scocca: da spento è facile che si crei qualche riflesso ma nell’utilizzo ciò non provoca particolari fastidi nella visione; il display resta sempre ben leggibile e l’effetto “glossy” del vetro dona alle immagini (foto e video) anche una maggiore brillantezza.
Per adattarsi all’orientamento verticale dello schermo l’interfaccia grafica ha richiesto alcuni adattamenti. Le anteprime dei contenuti di ciascun menu – copertine, foto ecc. – ora non sono più a sinistra ma scorrono in orizzontale in basso: le immagini sono piccole ma l’effetto è forse anche più elegante.
Il nuovo design dell’interfaccia offre maggiore spazio sia alla lunghezza delle scritte sia al numero di voci visualizzabili senza scorrere con la rotella: la finestra Impostazioni, ad esempio, mostra a colpo d’occhio tutte e nove le voci che contiene. Lo spazio guadagnato ha poi permesso ad Apple di rendere ancora più efficace l’opzione di ingrandimento delle font dei menu: i caratteri possono essere ora più grandi a tutto vantaggio della leggibilità. Anche la Click Wheel, la ghiera cliccabile, è di dimensioni leggermente più generose rispetto alla gamma precedente.
Le novità riguardo ai menu non si limitano solo al loro aspetto grafico: ce n’è un’altra che è ancora più importante perché può realmente aprire le porte dell’utilizzo dell’iPod anche alle persone con scarse, se non addirittura nulle, capacità visive. Stiamo parlando della nuovissima funzione di riproduzione vocale che riguarda non solo i menu ma perfino i titoli dei brani, dei video, dei podcast e di tutto ciò che è contenuto nell’iPod. L’idea è geniale ma il risultato, almeno per le lingue diverse da quella anglosassone, non è pienamente riuscito visto che si basa sulle capacità di riproduzione vocale del computer che sono in inglese: le parole italiane vengono quindi pronunciate in inglese. Legata alla scelta di aver disposto in verticale lo schermo è l’introduzione dell’accelerometro integrato che, come già nell’iPhone e nell’iPod touch, permette di orientare quanto visualizzato sul display dell’iPod nano alla sua posizione nello spazio: una funzione eccezionale soprattutto nella visualizzazione delle foto che, indipendentemente dall’orientamento con cui sono state scattate, possono essere viste sempre a pieno schermo. Come per i suoi celebri “fratelli maggiori”, anche nel caso del nano l’accelerometro non ha comunque solo questa funzione ma si comporta come un vero e proprio dispositivo di input che permette all’utente di interagire con il piccolo player. Dalla schermata principale o da qualsiasi voce del menu Musica, basta infatti ruotare l’iPod per passare automaticamente alla ormai inconfondibile visualizzazione Cover Flow con le copertine degli album sfogliabili in punta di ghiera. Ma l’accelerometro non si limita a questo: può essere sfruttato anche dai nuovi giochi per iPod nano come il divertente Maze, new entry nella dotazione standard dei nuovi nano (gli altri due sono i già noti Klondike e Vortex).
Sempre dall’accelerometro arriva poi un’altra “simpatica” novità del nuovo iPod nano: la funzione di salto casuale dei brani che si attiva scuotendo vigorosamente il player. Altra novità del nuovo iPod nano è la funzione di registrazione abilitata direttamente dalla presa minijack degli auricolari.La funzione Memo vocale nei nuovi nano si attiva ora anche collegando una coppia di auricolari provvisti di microfono che vanno acquistati a parte: Apple ne propone due nuovi modelli appositamente dedicati ai nuovi iPod nano, classic e touch. Il modello più costoso (79 euro, prezzo Apple Store) utilizza auricolari in-ear, ovvero quelli che si inseriscono all’interno del condotto uditivo, mentre l’altro si basa sui normali auricolari standard (il prezzo è allineato agli auricolari Apple senza microfono: 29 euro). Le caratteristiche del nuovo nano non si esauriscono qui. Sul fronte software, ad esempio, una novità è direttamente mutuata dal nuovo iTunes 8: si chiama Genius ed è una funzione che permette la creazione in automatico di playlist “intelligenti” a partire da un brano, da un album o da un artista selezionato. Per l’utente l’utilizzo della funzione è semplicissima: si sceglie una canzone e Genius ne propone altre venticinque omogenee per tipologia musicale, atmosfera ecc. (l’algoritmo si basa su informazioni anche statistiche scaricate dai server iTunes Store).
iPod classic
La celebre frase “in medio stat virtus” sembra aver ispirato Apple nella scelta della dimensione di memoria del nuovo iPod classic: dai precedenti modelli con disco rigido da 80 e 160 GB si passa infatti a un unico modello da 120 GB. La virtù sta nel mezzo, appunto. Ma, e per fortuna, ciò non vale per il prezzo che invece scende al di sotto del modello meno capiente della gamma precedente: il nuovo iPod classic da 120 GB costa 219 euro (20 euro in meno di quello da 80 GB); un prezzo interessante a fronte di una capacità di memoria al momento neppure paragonabile a quanto offerto dagli altri “fratelli” della famiglia iPod. Il design del nuovo modello non ha nulla di diverso rispetto al precedente. Identiche sono le forme, le finiture, e perfino le dimensioni: 6, 18 cm di base, 10,35 cm di altezza, 1,05 cm di spessore, le stesse del modello da 80 GB (l’hard disk più capiente quindi non ha influito sullo spessore). Nessuna novità neanche nei colori (a Cupertino se li sono giocati tutti con i nuovi nano): grigio satinato e nero opaco sono infatti le due finiture in cui anche questo classic è disponibile. Il fondo resta sempre cromato (e qui sarebbe stato un sacrilegio fare diversamente) mentre tutto il resto è lì dove era: ghiera cliccabile, entrata jack, tasto di blocco ecc.
Le novità non si sprecano neanche all’interno: né nelle caratteristiche hardware, né in quelle software. Il nuovo classic, per la prima volta nella storia delle genealogia iPod, si posiziona dietro al nano per molte funzionalità (normalmente era il nano a essere una sorta di versione “light” del classic, per dimensioni ma anche per funzionalità).
Quasi tutte le novità dell’iPod nano non sono presenti nel classic. Non c’è ad esempio l’accelerometro, e questo rende incompatibili i giochi che lo sfruttano come il già citato Maze (in dotazione ci sono gli stessi titoli della serie precedente: iQuiz, Vortex e Klondike), e di conseguenza è assente la funzione “shake” per il salto casuale dei brani che, in effetti, non sarebbe stata molto salutare per l’hard disk del classic. Anche dei menu vocali, che abbiamo visto essere un’interessante novità dei nano nonostante manchi il supporto per la nostra lingua, non c’è traccia: Apple qui ha deciso di non implementarli.
L’unica vera novità software, oltre al potenziamento delle funzioni di ricerca per brano e album e a una riorganizzazione dei menu, è la funzione Genius per la creazione delle playlist intelligenti: funziona esattamente come nel nano. Anche nel classic è stata poi introdotta la funzione di registrazione dal minijack degli auricolari.
Nonostante le poche novità, l’iPod classic resta un prodotto interessante: offre, come dicevamo, una capacità di memoria che a oggi – e probabilmente ancora per un bel po’ – non è nemmeno paragonabile a quella delle altre declinazioni del player di Apple. Per chi ha, e vuole sempre avere con sé, una vasta collezione di musica, di video, di podcast e di fotografie, l’iPod classic è l’unica alternativa.
iPod touch
Sempre tre i modelli nella famiglia iPod touch e con la medesima dotazione di memoria: 8, 16 e 32 GB. Quello che cambia è però il prezzo. Il modello da 8 GB costa ora 219 euro (contro i 279 della precedente gamma), quello intermedio 279 euro (erano 369) e il 32 GB 379 euro (prima ben 459 euro).
Rinnovato si presenta il design che introduce alcuni elementi non solo estetici ma anche sostanziali. Il primo particolare che balza subito all’occhio è la coppia di pulsantini per il controllo del volume sul lato destro del dispositivo: una mancanza imperdonabile del precedente modello che, come riproduttore musicale, risultava scomodissimo nelle situazioni di ascolto in movimento.
Un’altra critica che si faceva al touch rispetto all’iPhone era il fatto di non avere uno speaker integrato. È vero, con l’altoparlante dell’iPhone non si può certo animare un “party” ma è altrettanto vero che spesso lo speaker si rivela indispensabile: per gli allarmi e la sveglia, per i giochini (per i giochi, quelli seri, è invece meglio utilizzare gli auricolari) o per guardare qualche filmato su YouTube con la fidanzata o con qualche amico. Tutte cose evidentemente impossibili per l’iPod touch, almeno fino a ieri.
Il nuovo touch ora lo speaker interno ce l’ha, anche se non si vede: l’altoparlante è infatti completamente inglobato nel corpo del dispositivo e sembra che sia la stessa scocca a fare da cassa acustica. Come esercizio di design questa soluzione è impeccabile. Altrettanto però non si può però dire del risultato: il suono che esce dal nuovo touch è debole e un po’ confuso.
Nonostante questo, lo speaker integrato la sua funzione comunque la fa: è ora possibile godersi qualche piccola clip video, far girare i giochini e utilizzare l’iPod touch come sveglia. Anche nel design della scocca il nuovo iPod touch sembra ispirarsi all’iPhone riprendendo la linea vistosamente assottigliata agli spigoli. La scocca posteriore è sempre cromata e i riflessi sono ora ancora più intriganti grazie alla forma svasata della sezione. Cromato e arrotondato è ora anche il profilo che corre intorno al display e a tutta la superficie frontale: l’effetto è molto iPhone.
Una interessante novità hardware riguarda il supporto integrato per il sensore Nike + iPod da inserire nell’apposita linea di scarpe da footing. Il nuovo touch non solo diventa compatibile con l’accessorio Nike ma addirittura ha l’antenna integrata (una declinazione del Blutooth non utilizzabile per altri scopi) e non richiede quindi l’accessorio da collegare al Dock incluso nel pacchetto Nike + iPod Sport Kit; il sensore da solo costa 19 euro contro i 29 euro del kit.
Per quanto riguarda le funzionalità software di base, il nuovo iPod touch offre tutte le funzionalità introdotte con la versione 2.1 del sistema operativo: sono le stesse identiche cose che si possono avere aggiornando anche il precedente modello (questo è il vantaggio di una piattaforma come l’iPhone e l’iPod touch basata su OS X e su un’interfaccia completamente virtuale).
I nuovi iPod (Applilife n. 3, dicembre 2008)
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