Vende bene all’estero l’editoria italiana

Doxa ha analizzato per conto dell’Ice la situazione di 3078 editori, scoprendo che il numero di diritti venduti è raddoppiato dal 2001 al 2007. L’Europa è il principale mercato

C’è un prodotto del made in Italy che mostra come ci sia un potenziale per catturare interesse all’estero forse ancora inesplorato. Si tratta del libro, un bene intimamente legato a cultura, arte e storia del Bel Paese che negli ultimi anni ha messo a segno a livello internazionale risultati estremamente positivi.
Secondo l’Indagine sull’import-export dei diritti d’autore in Italia, realizzata da Doxa su un campione di 3078 editori per conto dell’Istituto Nazionale per il Commercio Estero, tra il 2001 e il 2007 il numero di titoli venduti dalle case editrici italiane è quasi raddoppiato, passando da 1.800 a 3.490 (+93,9%). Certo, gli acquisti di diritti conservano una massa critica decisamente più consistente (7.730 nel 2007), ma il loro ritmo di crescita nei cinque anni considerati è del 43% circa.
La tendenza, dunque, è chiara: le vendite di titoli nostrani crescono molto più rapidamente degli acquisti e questo vale per tutte le categorie. Nel dettaglio, secondo l’analisi Doxa la vendita di diritti di narratori italiani (602 titoli) cresce tra 2001 e 2007 del 157,3% mentre gli acquisti di libri di romanzieri stranieri (2.316 opere) del +51,8%. L’editoria di libri per bambini fa registrare una crescita del +106,6% (1.004 titoli venduti) mentre gli acquisti restano sostanzialmente sui livelli del 2001 (+10,5% con 1.384 titoli acquistati nel 2007). La vendita di titoli di saggistica a case editrici straniere cresce del +440,0% (973 titoli) mentre gli acquisti del +99,3% (2.699 opere). L’editoria d’arte e illustrata è l’unico comparto dove le vendite di diritti nel 2007 hanno superato gli acquisti: 616 titoli (+80,0% rispetto al 2001) di cui sono stati ceduti i diritti, contro i 264 comprati (-19,8%).
Assorbendo il 77% dell’export, l’Europa si conferma il principale mercato di sbocco per il libro italiano. L’area centro orientale- balcanica e la Russia, nel 2007 risulta avere un peso superiore al 30% per l’import di libri italiani, rispetto al 19% del 2001. Ma anche l’Asia ha aumentato notevolmente il proprio peso, passando dal 5,8% del 2001 all’11,5% raggiunto sei anni dopo. Quanto all’import dei diritti, avviene da Paesi totalmente diversi: nel 2007 oltre il 60% degli acquisti avviene infatti da Regno Unito e Stati Uniti.
Alla luce di questi dati Federico Motta, presidente degli editori italiani, sottolinea come “l’editoria italiana, quinta o sesta nel mondo per giro d’affari, abbia settori di assoluta eccellenza che gli imprenditori hanno saputo proporre con successo, con assai meno risorse pubbliche rispetto a quanto possono vantare i colleghi stranieri”.

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