Un ruolo centrale per la sicurezza

La protezione dei servizi Web tocca il cuore delle Soa e costituisce il punto nevralgico per un efficace utilizzo delle applicazioni

Quali sono gli strumenti e le tecnologie per consolidare l’integrazione, l’interoperabilità e la sicurezza delle infrastrutture di It in ottica Soa? Abbiamo chiesto ad alcuni vendor come si preparano ad affrontare al meglio le sfide del 2009.

La linea strategica di Ca parte dalla constatazione che la maggior parte delle realtà industriali italiane ha già realizzato sperimentazioni di architetture Soa sotto forma di progetti pilota, poi evoluti verso modelli articolati su più stadi; più maturi in termini di diffusione, condivisione dei servizi e capacità di consentire le prime valutazioni di ritorno sugli investimenti in tecnologia. «La sfida che in questo momento le aziende attive nel mondo Soa devono affrontare – spiega Gabriele Provinciali, senior customer solutions architect di Ca in Italia – è la definizione e l’estensione dell’architettura di sicurezza che permette di produrre e consumare servizi in maniera controllata e protetta, sia all’interno dell’ambiente aziendale sia verso l’esterno, su Internet e nelle attività d’integrazione con partner e clienti. Sicurezza e consolidamento saranno i temi che permetteranno alla gestione It di essere efficace e indispensabile per il business in un’economia difficile». Non a caso, per Ca i tre pilastri che meglio rappresentano la gestione dell’It aziendale unificata e semplificata sono: governance, gestione e sicurezza. Ambiti in cui, sottolinea Provinciali, sono stati individuati e potenziati gli investimenti in ricerca e sviluppo. Nel governo dei servizi, il focus è sulle soluzioni (Clarity), che consentono di comprendere in tempo reale il ritorno sugli investimenti in ambito Soa, per gestirli al passo richiesto dal business e dal mercato. Quando, invece, si parla di moderna gestione dei servizi, l’azienda punta a fornire funzionalità di automazione, tracciabilità end-to-end e analisi delle prestazioni sui sistemi It coinvolti nell’erogazione degli stessi. E lo fa tramite tecnologie (Wily Soa Performance Management) che si propongono d’individuare ed eseguire le componenti Soa aziendali, rilevandone dipendenze e relazioni, analizzandone l’efficacia, la disponibilità e la qualità complessiva.

La protezione dei servizi rappresenta, però, il settore di punta dell’ecosistema Soa. «Ca – aggiunge – continuerà a far evolvere la sicurezza a livello enterprise (con soluzioni come Soa Security Manager), così come nei settori della gestione dei ruoli applicativi aziendali (role management) e dell’autenticazione (strong authentication), assicurando il ritorno sugli investimenti effettuati, attraverso l’indipendenza dalle piattaforme tecnologiche e il supporto dei sistemi già esistenti in azienda». E gli utenti? «Uno dei più grandi clienti Ca in Italia – esemplifica Provinciali senza farne il nome – ha recentemente unificato la propria infrastruttura di sicurezza con tecnologia Ca, non limitandosi ai progetti e servizi già esistenti, ma estendendo la protezione come servizio aziendale. In questo modo i servizi Soa si possono erogare in modalità trasversale e indipendente dalle caratteristiche tecnologiche dell’organizzazione che deve predisporsi a utilizzarli. Tale approccio permette di consolidare il service portfolio, aumentare l’efficienza e ridurre i costi, evitando sovrapposizioni e duplicazioni di funzionalità presenti nell’It dell’impresa e delle aziende consociate».

Massimizzare i benefici

Viola Ferrario, marketing manager della divisione Software & Solutions in Hp Italia, ritiene che nonostante negli ultimi anni le aziende nazionali abbiano adottato su vasta scala le tecnologie abilitanti per le architetture Soa, la maggior parte di esse non abbia ancora sfruttato a fondo tutte le potenzialità derivanti dalla loro adozione. E crede che in questa fase di razionalizzazione dei costi dell’It, le iniziative Soa con maggior successo saranno quelle in grado di massimizzare i benefici forniti dal portafoglio di servizi già esistente. «Per il 2009, la strategia di Hp Software & Solutions si focalizzerà sulle aree governance, qualità e business service monitoring dei servizi Soa, consolidando l’approccio orientato ai servizi dell’offerta Business Technology Optimization. C’è poi anche il recente rilascio dell’ultima versione di Soa Systinet per la governance dei servizi Soa, in grado di migliorare l’interazione con strumenti esterni forniti da Hp o altri partner. La capacità d’interagire con strumenti di terze parti rappresenta, infatti, un aspetto fondamentale dell’approccio Soa e per questo promuoviamo l’iniziativa Governance Interoperability Framework. Basato su standard aperti, tale framework definisce un insieme di Api per l’integrazione a livello di dati di controllo e interfaccia utente tra prodotti di diversi vendor che aderiscono all’iniziativa».

Tra i progetti internazionali realizzati in ambito Soa, Ferrario ricorda quello di gestione della qualità dei servizi per McKesson Corporation, che fornisce servizi Soa implementati come Web service ai propri utenti nel settore della sanità. La soluzione (basata su Quality Center) supporta il ciclo di vita dei test, consentendo il rilascio in produzione di servizi con un elevato livello di affidabilità e interoperabilità verso le applicazioni dei clienti.

Un altro progetto è quello per Carphone Warehouse, distributore in Europa di telefoni cellulari e servizi di telecomunicazioni, che aveva la necessità di rendere flessibile il livello applicativo e supportare la realizzazione rapida di nuovi servizi di business. «Qui Hp – aggiunge Ferrario – ha realizzato il sistema di governance della Soa, basato su Soa Systinet, che oltre a fornire la piena visibilità sul catalogo di servizi ha permesso di ridurre notevolmente i tempi di revisione e controllo all’interno dei processi di governance di Carphone Warehouse».

Architettura “incorporata”

Premettendo che al momento la maggior parte dei progetti Soa è ancora in fase di sviluppo/consolidamento, Danilo Lissoni, product manager BizTalk & Soa di Microsoft Italia, ribadisce che sempre più, soprattutto in momenti di incertezza economica, le aziende cercano soluzioni It per supportare i reali obiettivi di business e sistemi pragmatici per gestire processi in evoluzione, contenere i costi e ottimizzare gli investimenti già effettuati.

«L’architettura Soa è incorporata in ogni aspetto dell’offerta tecnologica di Microsoft: dagli strumenti, come .Net, dedicati agli sviluppatori per la creazione di servizi Web, ai prodotti server, come BizTalk Server e Office SharePoint Server, che li collegano e gestiscono; alle applicazioni via Internet, intranet, extranet che li utilizzano; alle applicazioni “rich client” sviluppate utilizzando Office o altre tecnologie client intelligenti. L’impegno di Microsoft per il futuro è di continuare a fornire un ricco parco di tecnologie per la creazione e gestione dei sistemi collegati. La società ha investito e continua a investire in servizi Web, portando avanti l’intera piattaforma Microsoft per gli sviluppatori di nuova generazione attorno ai servizi Web con Microsoft .Net». Fra i progetti, Lissoni ricorda quello per la catena di supermercati Bennet, che, utilizzando le tecnologie Microsoft (.Net, BizTalk Server 2004 e Visual Rpg .Net) per lo sviluppo applicativo e la creazione delle funzioni di interoperabilità fra l’ambiente As400 e le piattaforme aperte di nuova generazione, è riuscita a ridurre le attività “manuali”, fornendo nuovi servizi ai clienti, rafforzando l’efficacia delle attività di sviluppo e integrando i processi interni con i sistemi informativi dei partner.

Sauro Romani, senior sales director Fusion Middleware di Oracle Italia, sottolinea il valore apportato dell’acquisizione di Bea: «In ambito middleware, Oracle dispone da sempre di un’offerta aperta e basata su standard che, con l’integrazione delle soluzioni Bea, è stata arricchita di componenti. Tale ricchezza ci consente oggi di mettere sul mercato un’offerta di suite il cui effetto è quello di ridurre significativamente il total cost of ownership dell’utente. Ogni suite, come Soa Suite, Bpm Suite, WebLogic Suite, è costituita da piattaforme di sviluppo e modalità d’installazione unificate e da strumenti di gestione integrati. Questo modo di operare consente di ridurre i tempi d’implementazione, abbattere il Tco e ridurre i rischi di progetto. Tre effetti che in un anno in cui i budget It sono stati ridotti, rappresentano una risposta alle esigenze dei Cio».

Tra i fattori che stanno spingendo all’adozione di queste architetture, Romani sottolinea le continue fusioni e acquisizioni: «Un fenomeno che in periodi difficili tende ad accentuarsi e naturalmente crea un’esigenza di razionalizzazione e integrazione di processi. In questo, le architetture Soa e le soluzioni Bpm rappresentano una chiara risposta. Come nel caso di Acciaierie Venete, azienda in forte espansione, che ha tratto beneficio dalla Soa proprio in relazione alla strategia di merger and acquisition». Per far fronte a tale esigenza, la società era alla ricerca di una soluzione per gestire in modo flessibile le complessità derivanti dal continuo cambiamento, evitando però di stravolgere i sistemi informativi utilizzati in passato nei vari stabilimenti acquisiti nel tempo. La soluzione è stata individuata nell’applicazione di un’architettura service-oriented (basata su Oracle Bpel), sviluppata da Wise Ingegneria e Soluzioni Software per integrare sistemi gestionali diversi, sviluppati e ottimizzati per gestire in maniera locale i vari stabilimenti del gruppo.

Meno rischi con i nuovi progetti

Proprio grazie alla Soa, Sap ritiene di avere da tempo impostato una strategia che oltre a far crescere la propria offerta in modo organico, le consente di fare evolvere il portafoglio tramite collaborazioni con partner tecnologici. «Per fare alcuni esempi – spiega Matteo Losi, sales consulting unit manager in Sap Italia – Adobe con gli Interactive Forms e Microsoft con Duet permettono d’integrare gli strumenti di produttività personale con i back end applicativi di Sap. Ultimo nato di questa famiglia è Alloy, presentato molto di recente». Quest’ultimo permette di accedere ai dati e alle funzioni delle applicazioni Sap utilizzando Lotus Notes.

Della Soa, Losi mette in evidenza il buon grado di maturazione, dopo la rimozione di alcune false aspettative generate inizialmente, e parla di consolidamento dei back end applicativi e di nuove generazioni di applicazioni “Soa enabled” in grado di contenere il Tco e i rischi connessi ai nuovi progetti. «Molti clienti Sap sul mercato italiano – dice – hanno adottato questa architettura, guidati dall’evoluzione dei sistemi Erp e in molte implementazioni i driver chiave del progetto sono maggiore efficienza lato utente finale, semplificazione e automatizzazione dei processi, con risparmi legati alla maggiore precisione e attendibilità dei dati che transitano su più sistemi».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome