Consentire in azienda l’accesso in modalità remota ad applicazioni che vengono eseguite centralmente è un’altra forma di virtualizzazione. E in questo campo ci sono diversi aspetti importanti da valutare. Ad esempio, spiega Aldo Rimondo, country manage …
Consentire in azienda l’accesso in modalità remota ad applicazioni che vengono eseguite centralmente è un’altra forma di virtualizzazione. E in questo campo ci sono diversi aspetti importanti da valutare. Ad esempio, spiega Aldo Rimondo, country manager di Citrix Italia, le applicazioni e la loro interfaccia utente non devono essere modificate. Inoltre, quando si opera con reti a elevata latenza o con notevoli limiti di banda, i problemi di accesso divengono ancora più evidenti: quindi queste tecniche di virtualizzazione devono migliorare la velocità di risposta delle applicazioni e la produttività degli utenti, riducendo i requisiti in termini di banda e i tempi di attesa. «Grazie alle applicazioni virtualizzate – precisa Rimondo – attraverso la rete vengono trasmessi solo i movimenti del mouse, i dati relativi all’uso della tastiera e gli aggiornamenti dello schermo».
I vantaggi poi sono su due fronti e si realizzano sia per chi deve accedere alle applicazioni, sia per chi le deve gestire. «Questa tipologia di virtualizzazione – prosegue il manager – fornisce maggiore flessibilità agli utenti, che possono accedere a tutte le applicazioni aziendali dalle diverse tipologie di terminali disponibili, e ciò risponde al problema della cosiddetta “workforce continuity”, quindi della produttività. Su fronte dell’amministrazione, si calcola che oltre il 70% del budget It venga dedicato alla gestione dell’esistente. La virtualizzazione consente di ridurre considerevolmente i costi, attraverso un’amministrazione centralizzata dell’infrastruttura. Basti pensare agli aspetti di aggiornamento del parco installato».
L’esigenza di virtualizzare le applicazioni è più sentita soprattutto dalle organizzazioni con filiali sparse sul territorio, che utilizzano il Web come elemento chiave nel loro business e che hanno forza lavoro mobile sul territorio. «I settori più attivi sono quello finanziario e assicurativo, interessato da acquisizioni e fusioni; o quello manifatturiero dove molte attività vengono svolte in outsourcing o in offshoring. Molto attivo anche il settore della Pa, che deve consentire un accesso sempre più diffuso ai servizi da parte dei cittadini, contenendo tuttavia le voci di spesa».