Home Apple A ciascuno il suo portatile

A ciascuno il suo portatile

Apple di recente ha presentato il rinnovamento dell’intera gamma di portatili – quindi delle due famiglie MacBook Air e MacBook Pro – e ha lanciato l’innovativo modello con display Retina. Delle novità di MacBook Air, MacBook Pro e MacBook Pro con display Retina abbiamo estesamente parlato sul numero scorso di Applicando. Questo mese cerchiamo di stendere una mappa delle linee di notebook della Mela che possa aiutare nella scelta della propria configurazione ideale.

Le configurazioni ideali
In queste pagine delineiamo quattro figure principali per tipologia d’utilizzo e cerchiamo, per ciascuna di esse, di ritagliare una configurazione che calzi a pennello. Naturalmente le esigenze individuali sono così specifiche e peculiari di ciascun utente, che queste non possono che essere delle linee generiche di orientamento. Del resto, le numerose opzioni di personalizzazione che Apple offre al momento dell’ordine per le configurazioni standard del catalogo, consentono di plasmare a sufficienza il Mac in modo che risponda al meglio alle proprie esigenze. Non tutte le opzioni di personalizzazione sono disponibili per tutti i modelli e tutte le configurazioni: alcune opzioni sono selezionabili solo partendo da determinate configurazioni standard. Sarà quindi opportuno valutare tale aspetto.
Nel box che corre lungo queste pagine descriveremo le caratteristiche tecniche principali delle linee di portatili e alcune opzioni di personalizzazione delle configurazioni, un ulteriore strumento per individuare i requisiti cui il Mac deve rispondere per venire incontro alle nostre aspettative.
Nelle tabelle sono poi riassunte le principali caratteristiche tecniche di ogni modello, nella sua configurazione standard.
I riquadri dedicati ai benchmark presentano i risultati che abbiamo registrato in un paio di applicazioni di misurazione delle prestazioni. I risultati ottenuti con i Mac di nuova generazione sono evidenziati e messi in relazione con i dati d’archivio.

Per lo studente
Piccolo, leggero, robusto, economico, prestante ma senza la necessità di svolgere compiti davvero gravosi per processore e scheda grafica. Un portatile per studenti dovrebbe avere più o meno queste caratteristiche: piccolo e leggero perché così lo si può portare senza problemi in uno zaino durante la giornata, robusto perché nessuno pretende che a scuola o in università si possa sempre stare attenti a urti e cadute, economico perché il budget familiare è quello che è, potente ma non potentissimo perché tanto il compito più esigente (i videogiochi) ormai sono compito della console di casa.
Una volta questo era il ritratto del mitico MacBook in policarbonato bianco, non a caso popolarissimo fra gli studenti d’oltreoceano e anche italiani, mentre ora il portatile di Cupertino che si adatta meglio a questa descrizione è il MacBook Air da 11 pollici, un computer solo apparentemente “sacrificato”.
Sul fatto che il MacBook Air da 11 pollici sia leggero tanto per la bilancia quanto per il portafogli non ci sono molti dubbi: è il portatile Apple che pesa meno e che costa meno. Con l’aiuto di una buona custodia lo si può strapazzare senza troppe remore, grazie anche al fatto che lo storage SSD quasi non soffre gli urti e le sollecitazioni, e l’autonomia è sufficiente per la giornata tipo di uno studente (ma è meglio non rischiare nulla e portarsi dietro l’alimentatore, tanto è piccolo). La nuova generazione di MacBook Air con processori Ivy Bridge può tranquillamente gestire tutte le applicazioni fondamentali: da quelle tipo Office a iTunes per la musica, da iPhoto per la gestione delle fotografie ai browser per coordinare la propria vita sui social network e in generale navigare il web. Restano escluse le applicazioni esigenti di tipo scientifico e quelle multimediali di fotografia e video-making non amatoriali (per quello c’è iMovie), ma crediamo vadano oltre il profilo di utente che stiamo considerando.
Il MacBook Air da 11 pollici ha sicuramente i suoi limiti, specie per quanto riguarda la dimensione dello schermo e la memoria di massa, ma in questo caso si fanno molto più semplici da sopportare perché consideriamo che il piccolo Air sia affiancato, a casa, quantomeno da un monitor e da dischi esterni su cui memorizzare quello che non serve “on the road”. Se poi c’è anche un altro computer più dotato per i compiti più esigenti, tanto meglio. Venendo alle configurazioni: il MacBook Air di base è la scelta “low cost” (relativamente), noi investiremmo circa duecento euro in più passando al modello con 128 GB di SSD e dotandolo da subito di 8 GB di RAM, mentre passare dal processore Core i5 al Core i7 non vale, in questo caso, la spesa. Prezzo finale: 1.278,99 euro.

Per l’utente generico
Le necessità di un utente “normale” non sono molto diverse da quelle descritte per lo studente, anche se alcune differenze ovviamente ci sono e bisogna tenerne conto. La prima e più importante sta nel fatto che la necessità di mobilità è quasi sempre minore. Possiamo immaginare che uno studente passi buona parte della sua vita informatica fuori casa, ma l’utente medio usa il computer soprattutto in casa: in quest’ottica la portabilità è un “plus” molto opportuno – diremmo ormai indispensabile, oggi – che permette, in casa, di avere il Mac là dove fa comodo in ogni momento e, fuori casa, di portarlo con sé nelle occasioni in cui serve. L’utente generico non ha quindi bisogno di una portabilità assoluta e può considerare l’acquisto di portatili con dimensioni e peso più tradizionali dell’Air. La seconda importante differenza è che l’utente generico, proprio in quanto “generico”, può trovarsi a voler utilizzare applicazioni anche più esigenti di quelle descritte nel caso dello studente: Aperture invece di iPhoto, software di montaggio video non professionali ma nemmeno troppo semplici, qualche videogioco magari online. In questi casi è meglio avere processori prestanti e sezioni grafiche adeguate.
Il MacBook Pro da 13 pollici è una scelta che media in maniera efficace tra tutte queste esigenze. Dimensioni e peso sono tali che in casa non dà nessun fastidio e, fuori, lo si può portare in uno zaino o una borsa senza sentirne (troppo) disagio, i processori delle configurazioni previste sono sufficientemente potenti, l’uso dei normali dischi a piatti rotanti (non SSD) porta una capacità di storage che potrebbe anche evitare l’acquisto di dischi esterni, la dimensione del display permette di usare il portatile anche sempre senza monitor esterno (comunque vivamente consigliato, visti i prezzi ormai popolari di un buon 23 pollici). La scelta della configurazione ideale è meno ovvia che per il MacBook Air. Chi deve tenere un occhio al budget può fermarsi alla configurazione predefinita con processore Core i5 (1.279 euro), destinando magari altri 99,99 euro per espandere la memoria a 8 GB o per adottare un disco da 750 GB invece che 500. La scelta dipende da quello che si farà con il computer: per usi generici punteremmo sull’espansione di memoria, mentre se si conserveranno molti film e brani musicali è meglio un disco interno capace (ma ne servirà presto anche uno esterno).
Chi pensa di stare stretto in questa configurazione o ha un budget già più ampio punti immediatamente sul MacBook Pro con Core i7 (1.579 euro), che ha qualche cavallo in più di potenza (solo qualche, il Core i7 in questione è comunque dual-core) e ha di serie le due espansioni appena descritte.
Ci sono due alternative alla nostra scelta consigliata del MacBook Pro da 13 pollici. Chi svolgerà compiti quasi sempre semplici può considerare anche il MacBook Air da 13 pollici, se è davvero interessato alla portabilità: i costi sono allineati a quelli del MacBook Pro 13” e ci si ritrova con uno storage molto più limitato e processori meno potenti. Chi invece sa che avrà bisogno di potenza (grafica e non) pur non essendo un professionista, può scegliere il MacBook Pro da 15 pollici in versione base: 320 euro in più rispetto al MacBook Pro 13” Core i7 portano in dote una CPU quad-core e la scheda dedicata GeForce 650M (ma un disco da 500 GB e dimensioni e peso ben diversi).

Per il professionista a 360 gradi
Termine sin troppo abusato, “professionista” nel nostro caso indica una persona che usa il computer soprattutto per lavoro, quindi ha bisogno di una buona potenza elaborativa per fare tutto in maniera ragionevolmente veloce, ha una certa esigenza di lavorare in mobilità (in ufficio, negli spostamenti, a casa…) e per buona parte del suo tempo ha il portatile come unica postazione informatica. Elemento non da trascurare, per un professionista l’acquisto di un computer è un investimento che viene recuperato con il lavoro che svolge, quindi ha senso considerare un budget più consistente di quello degli utenti non professionali, pur sempre evitando le spese inutili.
Le caratteristiche indicate (abbiamo escluso da questa analisi i professionisti con lavori molto legati alla multimedialità, ai quali dedichiamo un box specifico) spingono quasi automaticamente alla scelta del MacBook Pro con display da 15 pollici. Il processore – un Core i7 quad-core della generazione Ivy Bridge – è adeguato per qualsiasi applicazione e comunque rappresenta il top al momento disponibile sui portatili Apple. La sezione grafica è una combinazione sinergica di chip integrato e scheda dedicata NVIDIA GeForce GT 650M che dovrebbe andare bene per qualunque cosa, giochi compresi. Il display da 15 pollici è abbastanza ampio e definito da essere usato come display unico o principale, una caratteristica importante per chi lavora spesso con il solo portatile e senza periferiche collegate.
La scelta della configurazione da adottare non è difficile: conviene prendere il modello base (1.899 euro) e arricchirlo con il massimo della memoria RAM (8 GB, spendendo altri 99,99 euro) e un hard disk un po’ più capace (750 GB invece di 500, con altri 99,99 euro). Fatto questo, si sono spesi 2.099 euro per avere una configurazione sostanzialmente analoga a quella che Apple propone a 200 euro in più, somma che può essere eventualmente investita in periferiche. L’unica altra opzione che può valere la pena prendere in considerazione è lo schermo antiriflesso (sempre 99,99 euro): è molto indicato per chi lavora con le immagini, però ha il difetto di essere disponibile solo con una risoluzione elevata (1.680 x 1.050) che alcuni utenti trovano, alla lunga, stancante per la vista.
L’unica alternativa al MacBook Pro 15” che ci sentiamo di consigliare al professionista generico è, a determinate condizioni, un MacBook Air 13”. A determinate condizioni perché questa è una strada praticabile solo se il nostro lavoro non richiede grandi risorse computazionali e soprattutto grafiche, quindi è adatta per chi con il computer usa quasi solo applicazioni di tipo Office, considera la perdita di prestazioni ben compensata dalla molto maggiore portabilità del proprio computer e magari vuole anche contenere le spese. Nel caso, quale Air scegliere? Secondo noi il modello top (1.579 euro) con il massimo possibile della memoria (8 GB che portano il prezzo totale a 1.679 euro) e nessun’altra opzione: in questo caso infatti non ci sembra sensato né investire altri 500 euro in una unità SSD da 512 GB (a quel prezzo si comprano dischi esterni molto più capaci e comunque se abbiamo bisogno di storage interno l’Air è bocciato in partenza) né spenderne 150 per passare da un processore Core i5 a un i7 ugualmente dual-core. La scelta “light” dell’Air porta quindi una maggiore leggerezza anche dell’investimento: 420 euro in meno.

Per il professionista multimediale
In questa nostra classificazione il “professionista multimediale” è innanzitutto un professionista, quindi ha tutte le esigenze descritte nel box dedicato ai professionisti generici. In più, il suo lavoro si basa sulla gestione di contenuti che richiedono una particolare potenza elaborativa e anche grafica: immagini, video, suoni, progetti 2D e 3D, grafica pittorica, contenuti web e via dicendo. Parliamo quindi di designer, architetti, grafici, fotografi, video-maker, music-maker, web designer e figure simili. Questi utenti non usano quasi mai il portatile come unico computer di lavoro e alla scrivania hanno un Mac Pro o un iMac ben dotato, però hanno la necessità di poter fare sul campo – spesso dai loro clienti – pressoché tutto quello che possono fare alla scrivania. La parola d’ordine quindi è “potenza”, motivo per cui questi professionisti erano l’utenza d’elezione dello scomparso MacBook Pro da 17 pollici. Quale MacBook acquistare ora? Secondo noi le opzioni sono due: quella conservativa è acquistare un MacBook Pro 15” tradizionale ben “dotato”, quella avveniristica è passare al MacBook Pro con display Retina. Se dovessimo ridurle a una sola, il nostro consiglio è decisamente vincere le perplessità e fare il grande salto al MacBook Pro Retina: la motivazione razionale esiste anche nel caso di un computer estremo come questo e sta – nonostante quello che molti possono pensare – nel rapporto qualità/prezzo. Scegliendo un MacBook Pro tradizionale la configurazione consigliata è il modello top (2.299 euro) a cui aggiungere almeno il display antiriflesso ad alta risoluzione (99,99 euro), meglio sarebbe anche un disco veloce da 7.200 rpm (50 euro per il taglio da 750 GB) se non addirittura una unità SSD (400 euro per 256 GB). Prezzo finale: 2.449 euro senza SSD e 2.799 inserendo l’unità SSD. A 2.299 euro si acquista il MacBook Pro Retina in configurazione base: ha una progettazione nettamente più moderna, un display nemmeno paragonabile, l’unità SSD integrata e in opzione (200 euro in più) 16 GB di RAM, una memoria che il MacBook Pro tradizionale non può avere. In sintesi, meglio il MacBook Pro “normale” a 2.449 euro (senza SSD) o il MacBook Pro capostipite del futuro a 2.499 (con 16 GB di RAM)?
C’è in realtà un’altra questione, in un certo senso più filosofica, che fa propendere decisamente verso il MacBook Pro Retina quando si considerano alcuni ambiti lavorativi. Tutti i display Retina – del nuovo portatile e dei prossimi, come dell’iPad e dei nuovi dispositivi Apple a venire – detteranno le linee di sviluppo future in quanto alla percezione della qualità grafica sul web e in generale a video. Molti hanno fatto notare come usando un display Retina ci si renda impietosamente conto della poca definizione del mondo a 72 dpi, dai siti web alle pubblicazioni online. Lentamente i display “tipo Retina” si diffonderanno nelle linee di prodotto Apple e in quelle dei concorrenti più capaci, spingendo anche chi produce contenuti e “contenitori” (siti e magazine digitali in primo luogo) a adeguarsi. Ecco perché chi lavora nel publishing digitale, nel web design e nella progettazione di interfacce e App farebbe bene a prepararsi e ad affrontare il mondo-Retina il prima possibile, proprio scegliendo un MacBook Pro Retina come suo prossimo strumento di lavoro.


Francesca Gaudenzi
14.00
800×600

Continua la lettura su Applicando
Magazine
Clicca qui per scaricare l’applicazione gratuita Applicando+
Puoi acquistare la rivista e leggerla e conservarla sul tuo iPad.
Buona Lettura con Applicando.


Normal
0
14
false
false
false
IT
X-NONE
X-NONE
MicrosoftInternetExplorer4

/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”,”serif”;}

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche
css.php