A Roma il Wifi è comunale

Wifi romano: complementare, verde, nomadico e soprattutto gratis. Il modello di sviluppo del Consorzio RomaWireless s’integra con le reti esistenti e fornisce servizi nomadici al cittadino, al turista e alla PA. E si parla anche di WiMax.

Privati o pubblici che siano i nostri interessi, tra le sfide con cui è necessario confrontarsi c’è senz’altro e prepotentemente quella con le connessioni senza fili.
Tanti dispositivi e tanti tipi di accesso rendono più facile vivere e coordinare le attività, purché le magiche onde radio siano effettivamente disponibili; per convogliare più iniziative non c’è nulla di meglio che unire le forze.

RomaWireless è un consorzio senza scopo di lucro nato come spin-off del Distretto dell’Audiovisivo e dell’ICT di Roma, con la collaborazione di Edinet, Almaviva, Cosmic Blue Team e Unidata.

L’attività è stata presentata già nel 2005 e oggi è presente sul territorio con una quarantina di hotspot, un numero per il quale è prevista una grande crescita. Il primo progetto del Consorzio è stato quello delle Ville Storiche, un modo concreto per rendere Roma sempre più vivibile nei suoi luoghi d’elezione, ovvero i tre polmoni verdi che -unica al mondo- ospita al suo interno, più la storica Villa Torlonia. A questo progetto, poi, è seguito Viaggio in Roma, che collega tutta l’area del Centro Storico di Roma, sempre su protocollo 802.11b a 11 Mbps.

In occasione dello scorso Forum PA abbiamo parlato con il presidente dei RomaWireless, Gianni Celata. “Per una rete mobile siamo agli inizi non la prefiguriamo come complementare al fisso e al mobile, per coprire la nomadicità. Da qui l’accordo con il roaming del wifi di Telecom”.

Inoltre, fin dall’inizio è attivo un altro accordo di scambio con la rete libera Fon. In spazi ampi come quelli della Capitale il problema della copertura del segnale è di soluzione complessa e i servizi da proporre dipendono in maniera significativa dall’uso che localmente verrà fatto della rete stessa. Il modello di business, quindi, si perfezionerà quando la densità della rete sarà tale da fidelizzare il consumatore.

Sarà sempre in gratuità, con servizi rivolti a cittadino e turista ma anche alla PA: l’accesso attraverso wifi permette risparmi significativi.

Nonostante i grandi cambiamenti politici ed amministrativi, che normalmente bloccano le iniziative, il Consorzio è tuttora in movimento.

Una grande novità d’imminente adozione riguarda la rete tram e bus: “Presso i 59 capolinea degli autobus romani stiamo sostituendo l’attuale rete fonia con una rete dati completa di comunicazione vocale in voip: il cittadino avrà wifi e voip, ma sulla nostra rete dati potremo fornire servizi sul territorio, ad esempio webcam per la videosorveglianza”.

L’opera dovrebbe essere completata entro agosto. Poi si pensa a sviluppi più articolati e futuribili: “gli autobus potrebbero avere una nuvoletta wifi di collegamento”, sorride il presidente, pensando a quanto l’idea sia attraente.

Il nostro progetto si pone in assoluta complementarietà con le altre reti esistenti o future, cellulari comprese”, ha detto Celata. “Rispetto alle reti cellulari abbiamo un grande vantaggio: l’inquinamento elettromagnetico del wifi è praticamente nullo”, spiega Celata facendo riferimento alle numerose indagini che attesterebbero la pericolosità di questo wireless che è a bassissima potenza e quindi innocuo. Inoltre è già iniziato l’avvicinamento al WiMax.

L’asta è andata diversamente da come pensavamo noi”, si stupisce il rappresentate di Roma Wireless, “perché non l’hanno presa i grandi per convogliare banda ma i piccoli, sia detto con tutto il rispetto”.

Alcuni dei profili d’impiego del segnale delle torri WiMax potrebbe essere di grande importanza per una copertura efficace dell’irregolare comprensorio capitolino: “stiamo valutando alcune proposte di collaborazioni, al momento con tre dei titolari di frequenze”, è la comunicazione al riguardo, quasi un messaggio verso altri operatori ancora non disponibili. Ed è probabile che la collaborazione possa essere di reciproca soddisfazione: “il WiMax italiano opera su frequenze che sbattono contro i muri”, non attraversandoli com’è per le più alte frequenze spesso disponibili negli States.

La mia convinzione di fondo è che la concorrenza commerciale ed elettromagnetica faccia bene a tutti”, conclude Celata. Rispetto a molte altre città e a quasi tutte le metropoli, Roma è in ritardo anche sul wifi.

Puntare su RomaWireless sembra a tutti gli effetti un’idea vincente per chiunque non si accontenti d’irrigare il proprio orticello con acqua piovana ma voglia veramente creare un’infrastruttura che vada ad irrigare un’ampia attività, commerciale o ludica che sia.

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