Una recente ricerca dell’Osservatorio Ict & Professionisti della School of Management del Politecnico di Milano ha evidenziato che il budget medio che verrà destinato dagli studi professionali delle cosiddette professioni giuridiche di impresa (avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro) agli investimenti in Ict nel prossimo biennio sarà di circa 6.300. Attualmente, il budget medio investito dagli studi degli avvocati è di 3.800 euro, per i commercialisti e i consulenti di lavoro di 7.600 euro mentre per gli studi multidisciplinari si prospetta un budget medio di 12.500 euro. A eccezione della firma digitale e dei gestionali tipici di Studio, la tecnologia più presente oggi negli studi professionali è costituita dai software per i flussi telematici (nel 37% dei casi), seguita dal sito internet (30%), dal controllo di gestione (27%), dalla Gestione Elettronica Documentale (25%), dalla Fatturazione elettronica verso la Pa (25%) e dalla conservazione digitale a norma dei documenti (15%).
Nel prossimo biennio, tali investimenti punteranno soprattutto a una serie di processi legati ai recenti obblighi di legge, come la Fatturazione Elettronica verso la PA e la Conservazione Digitale a norma dei documenti, mentre si prospettano bassi investimenti nello sviluppo di software per il controllo di gestione, portali per la trasmissione di documenti o la condivisione di attività.
Anche secondo una recente indagine condotta Adepp (Associazione degli enti previdenziali privati), condotta su 303.000 professionisti e 222.000 dipendenti per un totale di 525.000 occupati in 153.000 studi professionali che seguono 3 milioni e 500.000 aziende, ha fatto emergere che nel 73% dei casi a spingere i professionisti verso la digitalizzazione sono prevalentemente gli obblighi di legge.
Il 48% degli avvocati, il 37 % dei commercialisti, il 5% dei consulenti del lavoro e il 10% degli studi multidisciplinari del campione ha dichiarato nel 30% dei casi di avere un proprio sito internet ma la percentuale dovrebbe presto salire al 68%. L’intenzione di raggiungere la stessa percentuale è stata anche manifestata nei riguardi della gestione elettronica documentale attualmente in possesso nel 25% del campione. Mentre il 25% utilizza la fatturazione elettronica, ma presto punta a dotarsene il 73% del campione