Oltre alla tripla fotocamera, l’altra novità hardware di rilievo introdotta in iPhone 11 Pro è il chip A13 Bionic, che potenzia peraltro anche il modello base della gamma di smartphone Apple di ultima generazione, l’iPhone 11.
Queste due caratteristiche, oltretutto, sono in qualche modo collegate: molte delle “magie” che il sistema fotografico di iPhone 11 Pro è in grado di eseguire si basano infatti sulle capacità e sulla potenza di calcolo offerte dal nuovo chip A13 Bionic.
Nell’iPhone 11 troviamo dunque l’ultima generazione del chip mobile progettato da Apple, che, rispetto all’A12 Bionic è dotato, tra le altre cose, del nuovo Neural Engine di terza generazione.
Durante il keynote dell’evento speciale i dirigenti di Cupertino hanno sottolineato con enfasi i progressi fatti con questa nuova iterazione del SoC mobile di Apple, definito non solo più potente rispetto ai predecessori, ma “il più veloce mai integrato in uno smartphone”.
Secondo quanto dichiara Apple, i due performance core della CPU di A13 Bionic sono fino al 20% più veloci rispetto all’A12 Bionic; e anche la GPU, che riveste un’importanza decisiva per numerose tipologie di app e di task, è fino al 20% più veloce.
Al contempo, il nuovo chip è stato ottimizzato con attenzione per essere anche più efficiente. Tra i vari accorgimenti, la PMU (l’unità di gestione dell’energia) progettata da Apple si occupa di distribuire l’energia all’interno del dispositivo solo dove e quando serve, minimizzando i consumi inutili della batteria.
Questo è uno dei fattori chiave che ha consentito di estendere significativamente l’autonomia dei nuovi iPhone 11.
Inoltre, secondo una configurazione ormai consolidata, l’architettura di A13 Bionic prevede, nella CPU, due performance core, per i compiti computazionali più impegnativi, in cui serve il massimo della performance, e quattro efficiency core, ottimizzati per l’efficienza energetica e impiegati per i task di routine.
Accanto alla CPU operano altri due componenti chiave: la GPU, il processore grafico a 8 core e ottimizzato per Metal, l’API grafica di iOS e macOS, e il Neural Engine, progettato per accelerare le attività di apprendimento automatico.
Ma non solo il Neural Engine: anche la nuova CPU integra ora due nuovi acceleratori hardware per il machine learning, in grado ad esempio di eseguire la moltiplicazione di matrici fino a sei volte più velocemente. Inoltre Core ML 3, il framework di machine learning di Apple, impiega il controller ML per indirizzare i task a CPU, GPU o Neural Engine: in tal modo sia Apple stessa che gli sviluppatori terze parti possono sfruttare la piena potenza del chip A13 Bionic per le applicazioni di apprendimento automatico.
Come da tradizione del marchio, e come sottolineato dagli speaker anche all’ultimo evento speciale, non sono dunque solo le caratteristiche ”legate al silicio” a definire la potenza di A13 Bionic: i suoi 8,5 miliardi di transistor e la capacità di eseguire oltre 1000 miliardi di operazioni al secondo. Molto del valore aggiunto del prodotto Apple sta nella piena integrazione dell’intero stack: hardware, OS e app.