La tecnologia è ancora la risposta: ma a una domanda diversa.
È questa la premessa indispensabile che anticipa il report annuale di Accenture sui trend tecnologici più importanti per il prossimo triennio e disponibile da oggi.
La tecnologia è da sempre un abilitatore della civiltà umana, si legge, dalle prime macchine da stampa fino agli smartphone. Ma oggi la utilizziamo diversamente. Non ci limitiamo a integrare la tecnologia nelle nostre vite; nel momento in cui la tecnologia diventa esponenzialmente più sofisticata, noi stiamo integrando l’umanità nella tecnologia.
“È sufficiente fare un confronto tra la tecnologia che utilizziamo oggi rispetto a quella di pochi anni fa: è più interattiva, grazie ai display touch, alla mixed reality, all’utilizzo di linguaggi naturali. La tecnologia è in grado di apprendere con meccanismi simili al ragionamento umano che sfruttano l’analisi contestuale, il riconoscimento delle immagini, gli algoritmi di deep learning. Soprattutto, la tecnologia è in grado di adattarsi, allineandosi ai nostri bisogni”.
Questa premessa aiuta a comprendere il motivo per cui la ricerca di quest’anno si intitola “Technology for People”.
Nel momento in cui la tecnologia si allinea a ciò che desideriamo e interagisce in modalità naturalmente umane, rende il mondo un luogo umano. Le macchine non definiscono il nostro mondo, ci mettono al posto di guida, dandoci un potenziale mai visto prima di dare forma alle nostre vite, alle nostre industrie e alla nostra società perché davvero rispondano ai nostri bisogni. Cosa c’è di più umano?.
Ma quali sono dunque le tecnologie abilitanti questa nuova potenzialità umana?
Accenture le ha identificate dopo aver coinvolto 5400 dirigenti d’azienda ed executive IT in tutto il mondo arrivando a definire una rosa di cinque tendenze emergenti e una roadmap a 100 e a 365 giorni.
Il report completo è liberamente consultabile, noi ve ne proponiamo un estratto.
L’intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale è la nuova user interface, si legge nel report; ridefinisce il modo in cui operiamo e ci relazioniamo con la tecnologia. E nonostante lo scetticismo di chi crede che sia una nuova “buzzword”, l’85 per cento degli executive interpellati nella ricerca hanno dichiarato la loro intenzione di investire in quest’area nei prossimi tre anni. Nel suo report Acenture analizza non solo il mondo in cui l’intelligenza artificiale cambierà le relazioni tra le aziende e i loro clienti, ma anche il suo impatto nelle diverse industries.
C’è un piano a 365 giorni, nella visione di Accenture, che dunque suggerisce un percorso alle imprese.
In primo luogo implementare AI personas (profili di intelligenza artificale) sempre più sofisticate, sviluppare analytics in grado di prendere in carico gli insights dei clienti dal front end e la business intelligence del back end per meglio comprendere le interazioni con i clienti principali, rendere queste analytics una guida per il business, sviluppare programmi di formazione per i gruppi di lavoro.
L’ecosistema
Sempre più spesso le aziende integrano il proprio core business con terze parti e con le loro piattaforme. Anche in questo caso, però, ci si distacca dal passato e le relazioni diventano strumentali alla crescita. Lavorare in una logica di ecosistema dà vita a nuove catene di valore, in grado di trasformare business, prodotti, mercati.
Nel piano a 365 giorni, Accenture raccomanda di estendere una parte significativa del proprio business alle piattaforme di terze parti o ad aggregatori digitali; di cogliere l’opportunità per giocare un ruolo significativo in un ecosistema emergente; di utilizzare una partnership esistente per dar vita a un proprio ecosistema; di ragionare in termini di complementarietà; di sviluppare offerte congiunte; di investire in una startup o in una joint venture; di dar vita a un team cross-funzionale.
Il mercato del lavoro
Se la logica è quella delle piattaforme, allora bisogna aspettarsi anche un cambiamento significativo nel mercato del lavoro. La domanda sempre più si orienterà sui talenti tanto che si comincerà a ragionare in termini di marketplace dei talenti e delle competenze.
Ci si svincola da modelli legacy e già oggi oltre l’80 per cento degli executive si dice convinto della possibilità di ricorrere a figure esterne indipendenti e altamente qualificate dal prossimo anno.
Il piano a 365 giorni suggerisce il ricorso a dei programmi piloti, da misurare con estrema accuratezza, per poi espanderli in fasi successive, tenendo presente la necessità di definire una struttura di governance, le policy, le best practice per creare il giusto mix tra strategie interne e quelle esterne.
Progettare per le persone
In questo caso torniamo alla premessa: la tecnologia deve adattarsi alle persone e alle loro esigenze, non solo presenti, ma anche e soprattutto future.
Il piano a 365 giorni suggerisce di individuare un minimo di tre business case e di lavorare con i team di strategia e i team di prodotto per scoprire le possibilità di migliorare la qualità del risultato finale, analizzando i comportamenti, i canali di interazione, i risultati.
L’inesplorato
Il contesto è fortemente dinamico, per questo nella loro trasformazione digitale le aziende non devono limitarsi a sviluppare nuovi prodotti e servizi, ma devono soprattutto cogliere le opportunità per aprire nuovi mercati.
Le raccomandazioni a 365 giorni, dunque, parlano di dar vita a una mappa sulle aree di attività più recenti per la propria azienda, condividendo la visione con i product manager e i responsabili della compliance; di identificare i segmenti di crescita e quelli nei quali è più facile dar vita a un ecosistema; di collaborare con enti accademici e regolatori; selezionare un’area di innovazione iniziale e dar vita a collaborazione con gli enti governativi e con i diversi stakeholder.