Una medaglia d’argento che profuma un po’ d’oro, visto che il distacco dal primo in classifica si gioca su poche centinia di unità vendute. Ma la vera sfida è resistere alle crisi, conquistando quote altrui
23 gennaio 2003 “Forse ci siamo
dimenticati di prendere un ordine a dicembre“. Così Gianfranco
Lanci, da poco chiamato a ricoprire il ruolo di Presidente di
International Operation Business Group di Acer, ironizza sul secondo
posto nella classifica dei fornitori di pc in Italia, che vede Acer tallonare la
nuova Hp con un distacco di sole 407 unità.
“Tutt’altro
che uno smacco – tiene a sottolineare -, visto che il primo posto viene
dalla somma dei risultati di due aziende che ancora lo scorso anno operavano
distintamente“.
Ma al di là dei normali – e tutto sommato legittimi –
trionfalismi, Lanci è molto realista, così come lo è il
country manager italiano Giampiero Morbelli.
Il mercato è
difficile, lo è per tutti, e per motivi ben noti: dalle crisi
internazionali al costo del petrolio, dal blocco degli investimenti da parte
delle corporation alla sempre scarsa propensione agli acquisti da parte del
consumer: Per non parlare delle crisi di alcuni dei portabandiera di Eurolandia,
come la Germania, scarsamente aiutati dal recupero dell’euro
sul dollaro e dall’abbassamento dei tassi di interesse.
In questo scenario,
francamente poco incoraggiante e dal quale non riescono a tarsi segnali
positivi, se non dicendo che dopo un pessimo 2002, il 2003 non potrà essere
peggio, è inevitabile domandarsi come faccia Acer non semplicemente a
sopravvivere, ma a mettere a segno risultati di tutto rispetto, con crescite in
tutte le aree geografiche e soprattutto in Europa.
Forse, il segreto sta
proprio nelle parole di Lanci e nella linearità dell’approccio al mercato:
“Rispetto a molti dei nostri competitor, abbiamo una chiara strategia di
prodotti e di canale, e questo ci premia. Dell è lineare quanto
noi, ha fatto una propria scelta, premiante per certi versi, ma forse
penalizzante per alcuni mercati, come quello consumer, e per le geografie
diverse da quelle americane, ma non è contraddittoria. Altri player (e
qui il riferimento alla nuova Hp è lampante n.d.r.)
sono più contraddittori, comunicano scelte solo agli azionisti, ma non
informano il canale, e questo non è certo un segnale positivo“.
La
stessa coerenza la sottolinea Morbello parlando dell’andamento
del mercato italiano: “Acer dimostra una crescita regolare, così come è
regolare il declino della presenza di una Ibm, che
coraggiosamente già da qualche anno ha annunciato il suo progressivo disimpegno
dal settore dei pc. E in questo scenario, che francamente non promette nulla di
nuovo a nessuno, forse l’unico modo per crescere è erodere quote agli altri. Per
questo sono convinto che le scelte poco coerenti di alcuni, possano tradursi in
opportunità per noi“.
Tradotti in numeri, tutti questi discorsi portano
Acer a mettere a segno, sul mercato italiano, un fatturato di 414
milioni di euro, in crescita rispetto ai 382 del 2001
e a puntare a superare i 500 milioni nel 2003.
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