Secondo l‘Osservatorio Covid di Agcom, nel primo semestre dell’anno la flessione dei ricavi nei mercati di riferimento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è risultata meno accentuata rispetto a quanto osservato per il complessivo quadro macroeconomico del Paese.
Secondo gli approfondimenti effettuati da Agcom – che dalla scorsa primavera ha avviato un monitoraggio periodico riguardo l’impatto sui ricavi della pandemia sui comparti regolati – mentre il prodotto interno lordo italiano nei primi sei mesi dell’anno è diminuito del 10,6%, i ricavi complessivi dell’ecosistema rappresentato da comunicazioni elettroniche, radiotelevisione, editoria, internet e servizi postali si stima abbia subito una flessione del 7,1%.
In particolare, nel settore delle telecomunicazioni, la flessione dei ricavi, che in media è stata pari al 5,7%, è risultata relativamente più intensa per la rete fissa (-6,5%) rispetto a quella mobile (-4,7%).
Secondo i dati Agcom, anche se i mesi estivi hanno prodotto un’attenuazione nei consumi rispetto ai primi mesi dell’anno, la più intensa fruizione domestica di contenuti video in streaming, il telelavoro e la didattica a distanza hanno prodotto, nei primi nove mesi dell’anno, una forte crescita del traffico, aumentato giornalmente del 44,4% nella rete fissa e del 56,4% in quella mobile.
Relativamente ai consumi unitari, si stima che nei primi nove mesi dell’anno il traffico per linea broadband nella rete fissa abbia raggiunto i 5,77 GB giornalieri, con una crescita del 40,2% rispetto al corrispondente valore del 2019: nella rete mobile il traffico dati giornaliero per sim “human” (ovvero escludendo le M2M) è valutabile in circa 0,27 GB giornalieri.
Nel comparto dei media, il secondo trimestre dell’anno, a seguito in particolare della forte flessione delle risorse pubblicitarie, registra risultati considerevolmente peggiori rispetto ai dati dei precedenti tre mesi (-16,8 vs -3%) ed evidenzia nel complesso una flessione del 10,1% rispetto al primo semestre dello scorso anno.
Guardando ai singoli mercati, i risultati sono notevolmente differenziati: il settore che maggiormente soffre è quello dell’editoria quotidiana e periodica, in cui si osserva una flessione degli introiti del 19%, mentre quello radiotelevisivo scende del 10,7%, dato che sarebbe stato considerevolmente peggiore senza il considerevole aumento degli introiti dei contenuti in streaming.
L’unico segmento a crescere nel comparto è quello della pubblicità online (+1,9%), grazie principalmente ai risultati dalle piattaforme (+6,7%). Le risorse del settore postale, nella prima metà dell’anno hanno subito una riduzione del 5,8%, con dati sostanzialmente equivalenti nei singoli trimestri gennaio-marzo e aprile-giugno.
Guardando alle componenti del comparto, la flessione risulta maggiormente ampia per i servizi di corrispondenza (- 31,1%), mentre i ricavi derivanti dalle consegne di pacchi sono aumentati del 9,1% (+16,9% considerando i soli pacchi nazionali).
La ripresa registrata nel bimestre luglio-agosto, pari nel complesso al +3,9% su base annua, ha consentito al settore di contenere le perdite da inizio anno al 3,6% rispetto ai primi otto mesi del 2019. Allo stesso tempo, nel periodo gennaio-agosto 2020 i volumi dei servizi di corrispondenza si sono ridotti del 22,7% (flessione che si amplia al -27,8% per quelli inclusi nel servizio universale), mentre il numero di pacchi consegnati è cresciuto del 27% (valore che sale al 30,6% con riferimento ai soli pacchi nazionali).