L’Agenzia per l’Italia digitale ha pubblicato il documento per “le modalità di acquisizione di beni e servizi Ict nelle more della definizione del ‘Piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione”. Si tratta di una road map che i singoli enti dovranno seguire. Contemporaneamente una circolare del ministero dell’Economia ricorda che la legge di Stabilità 2016 contiene una serie di norme per incentivare l’acquisizione centralizzata di beni e servizi in materia informatica e di connettività. Le Amministrazioni pubbliche e le società inserite nel conto consolidato predisposto dall’Istat devono quindi approvvigionarsi tramite Consip o i soggetti aggregatori. Gli acquisti autonomi sono autorizzati solo in casi eccezionali e, sempre la legge di Stabilità individua l’obiettivo di risparmio di spesa annuale, da raggiungere alla fine del triennio 2016-2018 “in misura pari al 50% della spesa annuale media per la gestione corrente del solo settore informatico relativa al triennio 2013-2015”.
Da queste disposizioni è esclusa l’Amministrazione della Giustizia per le spese necessarie all’informatizzazione del processo civile e penale. Il risparmio di spesa “è da conseguire come media nel triennio 2016-2018. Il risparmio può essere conseguito. interamente in un solo anno oppure ripartito nel triennio in modo uniforme o con diversa modalità, purché venga rispettato l’obiettivo complessivo in media annuale”. Dall’obiettivo di risparmio sono escluse “le spese per approvvigionarsi dei servizi di connettività; effettuate tramite Consip o i soggetti aggregatori, documentate nel Piano triennale; effettuate tramite la società di cui all’articolo 83, comma 15, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”.
Piano triennale
Le Amministrazioni dovranno redigere un Piano triennale per il raggiungimento degli obiettivi che riguarderà le infrastrutture materiali, immateriali e gli ecosistemi. Per le infrastrutture fisiche il piano indica la necessità di diminuire drasticamente il numero dei datacenter. Per raggiungere questi obiettivi, le infrastrutture materiali verranno suddivise in cluster, in funzione dei servizi applicativi erogati e dei dati gestiti, e per ogni cluster verranno definiti gli obiettivi da raggiungere in termini di costi, performance e sicurezza. Per le infrastrutture immateriali (le piattaforme applicative) il Piano dovrà prevedere un processo di integrazione a Spid, PagoPa, fatturazione elettronica, Anpr (l’Anagrafe unica della popolazione residente), ComproPa e NoiPa (il sistema di gestione del trattamento giuridico ed economico dei dipendenti della Pa). Il Piano di ogni singola amministrazione dovrà essere trasmesso all’Agid in modo da traguardare il pieno utilizzo di tutte le infrastrutture disponibili e non ancora utilizzate entro dicembre 2017 e consentire nell’anno 2018 di raggiungere gli obiettivi di risparmio. Il documento dell’Agid stabilisce che i vari enti non possono effettuare acquisti di beni e servizi informatici se in contrasto con i principi generali del Piano. In particolare non potranno essere sostenute spese relative alla costituzione di nuovidata center né quelle per l’adeguamento di applicazioni rientranti tra quelle disponibili nelle infrastrutture immateriali.