Anche gli agricoltori americani ricorrono all’hacking. Per evitare le serrature draconiane che John Deere mette sui trattori che acquistano, gli agricoltori hanno iniziato a praticare l’hacking sulle loro attrezzature e lo fanno grazie a software prodotti nell’Europa orientale e venduti su forum online.
L’hacking dei trattori sta diventando sempre più popolare perché John Deere e altri produttori hanno reso impossibile eseguire riparazioni “non autorizzate” sulle attrezzature agricole, che gli agricoltori vedono come un attacco alla loro sovranità e forse una minaccia esistenziale al loro sostentamento se il trattore si rompe in un momento inopportuno.
Quando arriva il momento di effettuare dei lavori nei campi e il trattore si rompe, sostengono gli agricoltori, non c’è il tempo di aspettare che un dipendente della concessionaria arrivi e risolva il problema. Lo scenario peggiore è che John Deere potrebbe disattivare a distanza un trattore e non ci sarebbe nulla che un contadino potrebbe fare al riguardo.
La licenza e l’hacking
L’accordo di licenza vieta quasi tutte le riparazioni e modifiche alle attrezzature agricole, e impedisce agli agricoltori di citare in giudizio l’azienda per “perdita di raccolto, perdita di profitti, perdita di avviamento, perdita di utilizzo delle attrezzature… derivanti dalle prestazioni o le prestazioni di qualsiasi aspetto del software“.
L’ accordo si applica a chiunque volti la chiave o utilizzi un trattore John Deere con software incorporato. Ciò significa che solamente i concessionari John Deere e le officine di riparazione “autorizzate” possono lavorare su trattori più nuovi.
Ma a volte il concessionario si trova a decine di miglia di distanza e allora molti agricoltori ritengono che l’unico modo per risolvere il problema sia la pratica illegale dell’hacking. Così hanno iniziato a mettere le mani sui loro trattori.
In rete è possibile trovare programmi come il John Deere Service Advisor, un software diagnostico utilizzato dai tecnici John Deere che ricalibra i trattori e può diagnosticare le parti rotte. Oppure i John Deere Payload files, file che programmano in modo specifico alcune parti del veicolo. Ci sono file che possono personalizzare e perfezionare le prestazioni del telaio, del motore e della cabina, per esempio.
A prima vista, la pirateria di tale software sembrerebbe illegale. Ma nel 2015 il Congresso ha approvato una deroga alla legge sul copyright per i veicoli terrestri, che comprende i trattori. L’esenzione consente la modifica di “programmi informatici che sono contenuti e controllano il funzionamento di un veicolo terrestre motorizzato, come ad esempio un’ automobile personale, un autoveicolo commerciale o un veicolo agricolo meccanizzato… quando l’elusione è una misura necessaria intrapresa dal proprietario autorizzato del veicolo per consentire la diagnosi, la riparazione o la modifica legittima di una funzione del veicolo“.
Ciò significa che la modifica del software incorporato è legale a condizione che possa ancora soddisfare i requisiti di emissione. Se l’esenzione consenta il download di software piratato è una domanda senza risposta.
Con il software mantiene il controllo
Non sorprende, quindi, che John Deere abbia iniziato a richiedere agli agricoltori di firmare accordi di licenza quando l’esenzione è entrata in vigore. La violazione dell’accordo sarebbe considerata una violazione del contratto piuttosto che una violazione federale del diritto d’autore, nel senso che John Deere dovrebbe citare in giudizio i propri clienti se vuole che il contratto venga eseguito.
Quando un cliente acquista un’apparecchiatura John Deere, possiede l’apparecchiatura, sostiene la società. In quanto proprietario, ha la capacità di mantenere e riparare l’attrezzatura. Il cliente ha inoltre la capacità, attraverso manuali d’uso e manutenzione e altre risorse, di consentire attività operative, di manutenzione, di assistenza e diagnostica.
Le modifiche al software aumentano il rischio che le apparecchiature non funzionino come progettato. Per questo, prosegue John Deere, consentire a persone non qualificate di modificare il software dell’ apparecchiatura può mettere a repentaglio le prestazioni della macchina, oltre che i clienti, i concessionari e altri rivenditori Deere, rendendo l’apparecchiatura non più conforme alle normative industriali e di sicurezza/ambientali.
Ma l’accusa degli agricoltori è che la società chiede agli acquirenti di accettare un Contratto di licenza che non consente tutte le attività che dicono siano consentite nella loro dichiarazione. Le pretese di controllare le attrezzature dopo l’acquisto non sono coerenti con tutti gli aspetti della proprietà.
In pratica John Deere ha venduto agli agricoltori i loro trattori, ma ha usato software per mantenere il controllo di ogni aspetto del suo utilizzo dopo la vendita. E gli agricoltori si chiedono cosa potrà accadere se John Deere venisse acquistato da un’altra azienda, o che cosa accadrà se l’azienda decidesse di smettere di manutenere i trattori. E così hanno scelto l’hacking.
Boicottate quei produttori che impongono simili regole, acquistate trattori d’importazione senza “trappole”.