Presso il centro di studi nucleari di Ginevra si lavora a un grid da 15 Pb annui. Coinvolte nel progetto Enterasys, Hp, Ibm, Intel e Oracle.
20 luglio 2004
Al Cern di Ginevra stanno realizzando un progetto di grid computing nel quale il ruolo assegnato ai server cosiddetti industry standard, a 32 e 64 bit, è di una certa rilevanza.
E’ giunta, infatti la notizia, che 40 server a 64 bit sono stati aggunti al Large Hadron Collider (Lhc), anima del progetto di grid che coinvolge 60 comunità di ricerca europee, nordamericane e asiatiche.
L’ampliamento dell’Lhc è stato gestito dall’organizzazione europea per la ricerca nucleare insieme a cinque partner It (Enterasys, Hp, Ibm, Intel e Oracle) che hanno anche svolto un intenso lavoro per testare il funzionamento nel grid del San File System di Ibm.
Sui server forniti da Hp, poi, i cinque partner e il Cern hanno verificato che il progetto, anche incorporando server con processori a 32 bit, può essere esteso ad ambienti di computing eterogeneo.
Il lavoro dei partner tecnologici è inizialmente stato indirizzato alla costruzione dell’opencluster del Cern, un sistema per testare i prototipi delle applicazioni grid e per lo sviluppo di programmi per lo sfruttamento intensivo delle elaborazioni di dati. Il tutto ha comportato la costituzione di un sistema di storage di alto profilo (da 28 Tb) per Oracle 10g, gestito da software fornito da Ibm ed equipaggiamento di routing di Enterasys.
La comunità scientifica si attende che l’Lhc, una volta entrato in funzione nel 2007, possa produrre 15 Petabyte di data all’anno a beneficio, essenzialmente, dei fisici che studiano le particelle per elaborare teorie sulla genesi dell’universo.
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