Michele Preda, amministratore delegato della società, chiede una regolamentazione di questa promettente tecnologia per l’utilizzo in ambito pubblico.
L’operatore di Tlc ha organizzato un convegno a Milano dedicato al tema del Wi-Fi per ribadire il proprio impegno verso questa tecnologia, che pur non essendo nuova sta ora riscuotendo un enorme interesse. La connessione wireless a standard 802.11b, infatti, è da poco entrata a far parte dell’offerta di Albacom, che la utilizza per completare la soluzione per l’ultimo miglio proposta alle aziende. Questa consiste, fondamentalmente, nell’impiego del doppino in unbundling, sul quale i dati viaggiano in tecnologia Dsl nella versione a 8 Mbps in un verso e 512 Kbps nell’altro.
Secondo il carrier, tuttavia, le opportunità di utilizzo del Wi-Fi vanno al di là dell’ambito privato: è nelle aree pubbliche, infatti, che possono essere realizzate innovative applicazioni, a partire dai cosiddetti “hot spot”, le aree (tipicamente aereoporti e stazioni, ovvero i fondi aperti) gestite da wireless provider, dove l’utente può connettersi a Internet con il proprio portatile dotato di opportuna scheda. In Italia, però, manca ancora una normativa specifica, anche se sono in corso valutazioni sia a livello nazionale sia europeo.
“Non vogliamo sostituirci all’Umts – ha chiarito Michele Preda, amministratore delegato della società – ma è tortuoso pensare che si deve penalizzare il Wi-Fi perchè qualcuno ha pagato le licenze Umts. Dobbiamo essere messi nelle condizioni di offrire ai clienti questa tecnologia almeno nei fondi aperti”.
Dal convegno è emerso anche che la tecnologia è matura e l’offerta di prodotti (access point, schede e terminali) ampia e variegata. Si tratta, poi, di soluzioni semplici e relativamente poco costose, dal momento che il Wi-Fi altro non è che la versione senza fili di Ethernet.