Non è certo un mistero che Amazon guardi con molto interesse all’utilizzo dei droni come piccoli mezzi di trasporto per la consegna automatizzata delle sue merci.
Ora però un brevetto che l’azienda di Jeff Bezos ha registrato di recente dà un’idea di ciò che intende come rete di distribuzione via droni. Il brevetto è stato assegnato alla fine dello scorso giugno ma è stato richiesto negli ultimi giorni del 2015.
Il brevetto si riferisce a centri di smistamento multipiano che dovrebbero essere posizionati nelle città ed essere organizzati per gestire il decollo e l’atterraggio di molti droni. Le merci da consegnare ai clienti arriverebbero ai centri con sistemi convenzionali come i furgoni. Da qui poi raggiungerebbero i destinatari trasportate da droni, per via aerea.
Nella richiesta di brevetto Amazon spiega che di norma i centri di smistamento sono strutture a un singolo piano che, anche per le loro dimensioni, sono localizzate ai margini dei centri abitati. Questo però rende inefficiente la consegna delle merci, mentre un centro di smistamento come quello previsto dall’azienda sarebbe posizionato all’interno delle città, se non proprio al loro centro, velocizzando la consegna alle abitazioni o ai luoghi di lavoro dei destinatari.
Amazon immagina centri di smistamento multipiano in cui la gran parte della struttura è dedicata allo stoccaggio delle merci, che possono essere anche ritirate direttamente dagli acquirenti recandosi al centro, grazie alla sua posizione centrale.
Ai droni il compito comunque di gestire “centinaia o migliaia” di ordini al giorno, ricevendo le merci grazie a un sistema parzialmente robotico per la gestione del magazzino.
Il brevetto di Amazon dettaglia vari tipi di magazzini di smistamento che differiscono per la forma e per la logica nel posizionamento e nello spostamento dei droni. Tutti hanno una struttura in qualche modo simile a quella di un alveare, da cui i droni escono e in cui rientrano secondo le procedure seguite da un centro di controllo simile a quello di un aeroporto.
Si tratta ovviamente di un brevetto molto proiettato verso il futuro. Le norme attuali per la gestione del traffico aereo dei droni farebbero fatica ad ammettere qualcosa di simile a ciò che è stato delineato da Amazon. Anche se gli enti normativi stessi sanno bene che l’uso commerciale dei droni non può che aumentare e che la logistica è uno dei principali settori di loro applicazione.