Per entrare a pieno titolo nell’arena dei tablet, la società deve focalizzare i suoi sforzi nel far crescere la comunità degli sviluppatori, migliorando relazioni e servizi.
Del rapporto tra Amazon e gli sviluppatori non si è mai parlato troppo.
Anche perché, fino a un anno fa, la società basava il proprio business model su una tipologia di dispositivi e su una gamma di contenuti ben definita.
L’ingresso, lo scorso mese di settembre, nell’agone dei tablet ha tuttavia portato in primo piano la necessità di contare non semplicemente su una community di sviluppatori attivi, ma anche su uno staff in grado di seguirne le attività, garantendo supporto e tempi rapidi di risposta.
Ed è su questo fronte che l’azienda ha concentrato i suoi sforzi negli ultimi mesi.
Perché per sostenere la crescita di Kindle Fire non bastano i libri, la musica, i film. Serve, soprattutto, un econostema di applicazioni e sviluppatori per poter sostenere la competizione con Apple e Google.
La società si è mossa in modo pragmatico.
In primo luogo ha costituito un team, guidato da Aaron Rubenson, il cui compito è lavorare fianco a fianco con gli sviluppatori.
Il gruppo è stato costituito prima del lancio ufficiale di Fire, per poi rafforzarsi gradualmente.
Malgrado Amazon non condivida molte informazioni su questi aspetti del suo bsuiness, gli analisti lo hanno messo sotto la lente sottolineando come la società guidata da Jeff Bezos stia di fatto percorrendo la stessa strada già fatta da Apple.
Con la sola differenza che ciò che Apple ha fatto in tre anni, Amazon spera di raggiungerlo in dodici mesi soli.
E’ comunque un momento di svolta importante per la società, che puro player dell’ecommerce si è spostato ai dispositivi per poi approdare al complesso mondo dei digital media.
Il modello di business non differisce da quello degli altri player: un revenue share puro, con il 70% degli introiti allo sviluppatore e il 30% ad Amazon.
Ma sono le dimensioni dells struttura quelle che oggi interessano: dal piccolo gruppo di lavoro inziale, del quale molti si lamentavano per l’inevitabile lentezza nell’ottener risposte, oggi la struttura è più consistente e include anche yn business development manager, da poco acquisito dalla struttura Windows Phone di Microsoft.
Il resto lo faranno i servizi: i tool da integrare nelle applicazioni, partendo naturalmente dall’in app purchasing, i codici, i tip e, soprattutto, i servizi di approvazione.