Amazon ha presentato i conti del terzo trimestre 2019. E i risultati mostrati non hanno convinto fino in fondo analisti e investitori.
La società di Seattle aveva annunciato per tempo la volontà di ridurre da due a un solo giorno il tempo di consegna delle merci, e a questo scopo Amazon ha portato a oltre 750.000 le risorse impiegate in azienda, con un incremento di oltre 100.000 persone.
Al tempo stesso anche i mezzi sono aumentati, tanto quelli terresti quanto la flotta aerea. Tutto questo ha comportato ingenti spese per la società di Jeff Bezos: si parla di 1,5 miliardi di dollari, oltre il doppio rispetto alle previsioni.
Il CEO di Amazon ha giustificato l’operato affermando che il miglioramento nella logistica e nei tempi di consegna produrrà effetti positivi, attirando un maggior numero di clienti, e più in generale aumenterà il volume degli acquisti.
Comunque sia, gli utili trimestrali al 30 settembre sono stati largamente inferiori a quelli del medesimo periodo del 2018: 2,1 miliardi di dollari contro 2,9 miliardi. In virtù di questo, gli utili si sono attestati a 4,23 dollari per azione, molto meno delle stime degli analisti che avevano previsto 4,63 dollari. Si tratta del peggior risultato degli ultimi due anni.
Per contro, i ricavi sono andati meglio del previsto, con una crescita del 24%, a 70 miliardi di dollari: il terzo trimestre include i risultati record delle vendite frutto del Prime day.
Le attività cloud, pur registrando numeri positivi, hanno offerto performance non in linea con le aspettative. AWS ha fatto registrare una crescita del 35%, la più lenta da quanto Amazon rilascia dati pubblici su questa divisione.
La società prevede un fatturato per l’ultimo quarto del 2019 in un intervallo compreso fra 80-86,5 miliardi di dollari, inferiore alla previsione di 87,4 miliardi degli analisti. Un dato che fa supporre un periodo natalizio non particolarmente florido.