Amd ha annunciato l’espansione del suo High Performance Compute (HPC) Fund con l’aggiunta di sette petaflop di potenza di calcolo per assistere i ricercatori di tutto il mondo che lavorano per risolvere le sfide più impegnative della società di oggi.
L’azienda ha inoltre annunciato che l’Amd HPC Fund integrerà il programma HACC (Heterogeneous Accelerated Compute Clusters) di Xilinx, fornendo ai ricercatori l’accesso ai processori Amd Epyc, agli acceleratori Amd Instinct, agli acceleratori Xilinx Alveo e agli ACAP Xilinx Versal.
Ciò, al fine di contribuire a far progredire la ricerca in aree quali il cambiamento climatico, l’assistenza sanitaria, i trasporti, i big data e altro ancora.
Il nuovo contributo – ha sottolineato la società produttrice di semiconduttori – porta la capacità di calcolo totale donata da Amd a oltre 20 petaflop con un valore di mercato di oltre 31 milioni di dollari, a partire da maggio 2022.
Le risorse di calcolo aggiuntive si baseranno sull’Amd Covid-19 HPC Fund, istituito nel 2020 per fornire agli istituti di ricerca risorse di calcolo per accelerare la ricerca medica sul Covid-19 e altre malattie.
Ad oggi, Amd ha donato sistemi di calcolo o capacità di calcolo basati su cloud a più di 28 istituzioni in otto Paesi.
Quasi 6.000 ricercatori hanno ricevuto l’accesso alle tecnologie Amd per i loro progetti, che hanno portato alla pubblicazione di 55 articoli su temi chiave come le disparità nei tassi di vaccinazione Covid-19 in base alla razza e all’etnia e i miglioramenti nella classificazione delle immagini del cancro al seno attraverso tecniche di deep vision.
Amd ha inoltre annunciato che garantirà l’accesso basato sul cloud a università e istituti di ricerca di tutto il mondo, con il supporto dei principali partner di sistema Supermicro e WEKA.io.
Gli istituti di ricerca e le università possono candidarsi al nuovo round di computing power grant inviando la propria candidatura sul sito dedicato all’HPC Fund.
Il professor Enrico Blanzieri del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento ha affermato: “La tecnologia fornita da Amd tramite HPC Fund ci ha dato la potenza di calcolo necessaria per bilanciare le variazioni nel nostro programma sulla computazione distribuita volontaria gene@home.
Il progetto ora funziona a pieno regime e prevediamo di completare la ricerca di possibili relazioni causali per ciascun gene umano entro febbraio 2023. Grazie all’estensione della sovvenzione, stiamo utilizzando la tecnologia Amd in un progetto di machine learning per preelaborare dati unicellulari da utilizzare nel nostro sistema in futuro”.