Amd ha annunciato il lancio sul mercato di quattro nuovi Sku di processori server Epyc basati sulla microarchitettura Zen di terza generazione, Milan-X.
Il nome in codice dei core Zen 3 è semplicemente Milan, senza la “X”.
Amd ha spiegato che la scelta di una lettera aggiuntiva per i nuovi modelli è stata presa per proseguire in modo coerente con la semplicità delle convenzioni di denominazione delle Cpu Epyc, apprezzata dai clienti.
Una “X” alla fine del numero identificativo del processore indica che quel modello è dotato della tecnologia Amd 3D V-Cache, novità di questo aggiornamento hardware. Milan-X è comunque ancora basato su Milan, con gli stessi core di calcolo Zen3, ma con una cache L3 molto più grande.
Utilizzando Milan come base, Amd mantiene la compatibilità con i sistemi SP3. Un aggiornamento del BIOS – sottolinea l’azienda – è tutto ciò che è necessario per consentire ai server Milan esistenti di supportare Milan-X.
E al contempo, i clienti ottengono ancora la sicurezza, la larghezza di banda IO e i vantaggi in termini di compatibilità di Milan.
Amd ha triplicato la cache L3 disponibile sui processori Epyc di terza generazione esistenti, portando il totale a ben 768 MB per socket o 1,5 GB per server 2P.
Ogni modello di processore Milan-X ha 8 Core Complex Dies, o CCD, ognuno dei quali contiene 96 MB di cache L3, per un totale di 768 MB.
In un CCD Milan con 8 core Zen3, ogni core ha la propria cache L2 e c’è un modulo cache L3 condiviso da 32 MB.
In un CCD Milan-X con gli stessi core Zen3 – ha illustrato Amd – c’è ora il triplo della cache L3 condivisa. E il modello di cache L3 condivisa di Zen 3 fa sì che ogni singolo core possa accedere a tutti i 96 MB.
Questi nuovi processori – mette in evidenza Amd – sono stati progettati per funzionare nell’ambito delle specifiche di alimentazione e design termico dei componenti Milan ad alta frequenza esistenti.
In questo modo, i clienti avranno la flessibilità di poter scegliere Cpu Milan ad alta frequenza o Milan-X con ampia cache, nella stessa piattaforma server con lo stesso numero di canali di memoria e I/O.
Milan-X – ha dichiarato Amd – è un prodotto premium, ma l’aumento medio del prezzo è solo del 20% rispetto all’equivalente Milan ad alta frequenza.
Amd sta introducendo sul mercato quattro SKU Epyc Milan-X, ciascuno dei quali rappresenta una risposta mirata a carichi di lavoro specifici.
I modelli sono: 7373X, 7473X, 7573X e 7773X, rispettivamente da 16, 24, 32 e 64 core.
Nel complesso, il target di mercato per le nuove Cpu Amd Epyc Milan-X sono le applicazioni di technical computing, che includono alcuni dei carichi di lavoro più complessi ed esigenti per i data center.
Ogni SKU è poi più adatto a un particolare carico di lavoro, e ha dunque un target specifico.
Le applicazioni di Electronic Design Automation – spiega Amd – sono tipicamente poco threaded: beneficiano di una cache grande per core e di una considerevole larghezza di banda della memoria.
Il software EDA è anche concesso in licenza su una base per core. Le Cpu Milan-X a 16 e 24 core offrono entrambe significativi vantaggi per i clienti EDA, ma – sottolinea Amd – la struttura del contratto di licenza del software può essere il fattore decisivo per la scelta del modello.
Le applicazioni di Computational Fluid Dynamics, Finite Element Analysis e Structural Analysis sono altamente threaded e scalano bene con molti core.
Amd mette in evidenza che il mercato del software CFD è ampio, con applicazioni per ogni dimensione di organizzazione e per le più svariate esigenze. I clienti che usano il software CFD vogliono la flessibilità di scegliere il numero di core che meglio si adatta sia al loro carico di lavoro che al loro modello di licenza.
Gli strumenti di FEA e SA sono entrambi altamente threaded – prosegue l’analisi di Amd –, ma è la dimensione del set di dati di un cliente che può essere il fattore determinante nella scelta del processore.
I data set più grandi traggono vantaggio da una maggiore densità di core, ma tutto dipende dalle esigenze specifiche del cliente, che ha varie possibilità di scelta.
Amd è molto chiara sul fatto che le Cpu Milan-X sono state progettate per fornire un vantaggio con applicazioni particolari: l’azienda sottolinea che non si tratta della soluzione migliore per ogni applicazione.
I carichi di lavoro che possono essere adatti a Milan-X sono sensibili alla dimensione della cache L3, hanno capacity miss della cache, cioè data set spesso troppo grandi per la cache L3, e hanno un’elevata frequenza di conflict miss della cache, cioè i dati inseriti nella cache hanno una bassa associatività.
Carichi di lavoro che probabilmente non traggono vantaggio da Milan-X hanno già tassi di cache miss della cache L3 vicini allo zero, hanno alti coherency miss della cache L3, cioè i dati sono altamente condivisi tra i core, e possono essere intensivi per la CPU, ma solo con “stream” di dati, o li usano una volta sola, piuttosto che operare su di essi in modo iterativo.
Per quanto riguarda gli incrementi di prestazioni, Amd ha condiviso i dati di un confronto eseguito dall’azienda nell’ambito della Electronic Design Automation.
Il processore Milan-X a 16 core – ha affermato l’azienda – accelera la simulazione RTL del 66% rispetto al più veloce 16 core Milan. Nel contesto, l’aumento di prestazioni previsto per gli strumenti EDA – sottolinea Amd – è dell’8-12%.