Il gigante delle reti scende in campo con il proprio primo dispositivo che supporta le reti private virtuali mediante Ssl.
Anche Cisco ha deciso di entrare nel mercato delle Vpn cosiddette “clientless”, cioè che utilizzano il protocollo Ssl in luogo dell’Ipsec per evitare le operazioni di configurazione con software proprietario dei dispositivi remoti abilitati ad accedere alle reti private virtuali.
Mancava giusto il gigante delle reti in questo promettentissimo segmento del mercato networking, nel quale molti competitor, diretti e indiretti di Cisco (Check Point, F5, NetScreen e Symantec) si sono già mossi per tempo.
Cisco, dunque, (l’annuncio ufficiale lo si aspetta per lunedi prossimo) dovrebbe raggiungere gli altri vendor rilasciando una versione del proprio Vpn 3000 Series Concentrator abilitato a funzionare con il Secure Socket Layer, oltre che in modalità IpSec.
Si tratta di una funzione aggiuntiva, dunque, e non sostitutiva.
In sostanza, Cisco dovrebbe aver abilitato il proprio device a utilizzare la porta 443, concentrando tutto il lavoro che, solitamente, il protocollo IpSec segmenta su più porte, come gli header di autenticazione dei messaggi e il traffico Ike (Internet Key Exchange).
In tal modo anche Cisco punta a risolvere molti problemi di gestione delle più complesse reti IpSec, dando, come funzioni di base del proprio 3000 Concentrator, l’accesso alla posta elettronica, ai server di condivisione file e alle applicazioni Web.
In aggiunta a ciò pare, ma necessitano conferme, che il device Vpn Ssl possa supportare anche una modalità thin client, in cui un plug in Java andrebbe, una volta scaricato, a gestire operazioni come l’indirizzo di porte per la comunicazione statica, così escludendo, almeno inizialmente, strumenti che fanno del port switching molto sofisticato (vedi l’emulatore Citrix o le applicazioni di instant messaging evolute, come Lotus Sametime).