La società chiude un trimestre calante e spiega come guarda avanti.
Hp ha chiuso il terzo trimestre dell’anno con 8,85 miliardi di dollari di perdita, determinati tanto da un calo nelle vendite, quanto da svalutazioni operate per rendere più credibile il proprio stato patrimoniale.
Su tutte quella di 8 miliardi, annunciata a inizio agosto, relativa alla divisione di servizi enterprise, la stessa che fu arricchita anni fa con l’acquisizione di Eds per 13,9 miliardi di dollari.
Al netto del calo del 5% nelle vendite trimestrali, che complessivamente hanno fruttato alla società 29,7 miliardi di dollari di fatturato, Hp fa sapere che senza le svalutazioni e i costi una tantum per il ridimensionamento della forza avrebbe raggiunto un utile di quasi 2 miliardi di dollari.
Il rallentamento ha riguardato tutte le divisioni: la Personal System Group ha subito un calo del 10% nel trimestre, fatturando 8,6 miliardi di dollari; l’Imaging and Printing Group è calato del 3%, a 6 miliardi di dollari; i Servizi si sono fermati a 8,75 miliardi (-3%); server, networking e storage siglano un meno 4%, a 5,1 miliardi.
Unica nota positiva viene dal software, che si approssima al miliardo di dollari (973 milioni) crescendo del 18% rispetto all’anno precedente, anche grazie all’acquisizione di Autonomy e di Vertica.
Il ceo, Meg Whitman, ha ricordato che la società è nel pieno della trasformazione, come conferma il gigantesco piano di riduzione della forza lavoro in atto (27mila impiegati) e che ha riguardato nel periodo in esame 4mila persone.
Per il futuro ha detto agli analisti di attendersi molto dall’uscita di Windows 8 e dalle conseguenti attività di migrazione. Conseguentemente arriveranno sul mercato nuovi prodotti: dai pc ai tablet, dai multifunzione a software di sicurezza.