La Polizia postale monitora la rete contro i pedofili e si avvale delle segnalazioni di molti navigatori
Accanto alle “volanti” che quotidianamente controllano le strade la Polizia ha da tempo messo in campo anche le pattuglie che i controlli li effettuano sul Web.
Agenti che
monitorano la rete e in qualche caso, dopo l’autorizzazione del magistrato, si
muovono su Internet anche sotto copertura
, alla ricerca di pedofili.
“Più che attraverso l’utilizzo di software – spiega il commissario
capo della Polizia postale Fabiola Treffiletti – controlliamo la rete grazie
alle continue segnalazioni dei cittadini che rimagono la fonte più importante
per noi”. Grazie anche a www.poliziadistato.it, un sito
all’avanguardia fra le forze dell’ordine non solo italiane, e una legislazione
che obbliga i provider a segnalare il materiale illecito
che circola sui loro server la polizia è riuscita a effettuare oltre 150 arresti e più d 3.200 denunce a piede libero. Magari grazie anche al tecnico che dovendo riparare un pc si è accorto di qualche foto un po’ pesante e ha segnalato il tutto.
A volte i cyberpoliziotti
vanno anche in chat dove, senza poter provocare il presunto pedofilo, cercano di verificare lo spessore e gli obiettivi del potenziale criminale. “In questo caso – aggiunge Treffiletti – l’esperienza personale degli agenti gioca un ruolo importante”.
La capacità di comprendere chi sta
dall’altra parte del monitor è una delle armi principali dei poliziotti on line
che più raramente, almeno quando si parla di pedofilia, devono ricorrere a
complesse operazioni tecnologiche per dare un volto a chi sta tentando
l’aggancio on line con qualche minore. “E’ reato d’impulso”, osserva il
commissario della Polizia postale, che sempre più spesso parte anche da pc
aziendali ma più difficilmente prevede il camuffamento dell’indirizzo Ip che
identifica il pc dal quale si sta operando .