Il progetto promosso da Google e da altri 34 player irrimpe su una scena sulla quale già giocavano Microsoft, Nokia, Rim ed Apple. Con quali effetti?
Un Gphone avrebbe avuto un diverso appeal, ma l’annuncio di Android è sicuramente una notizia bomba per il mercato dei cellulari.
Ci sono i produttori di device come Htc e Motorola, i carrier come T-Mobile, Telefonica Ntt DoCoMo e Telecom, produttori di chip e Google che ci mette del suo per i servizi di rete.
Un’alleanza composita ma efficace, aperta a contributi di terze parti visto che la piattaforma per la telefonia mobile sarà open source e che come un macigno si piazza in mezzo a Nokia (che utilizza Symbian), Microsoft, Rim con il suo Blackberry e Apple.
A differenza della Mela, però, Google ha scelto una strada più umile.
Avrebbe potuto lanciare il suo prodotto come ha fatto Steve Jobs ma ha deciso di giocare in casa e, visto che altri certe cose le sanno fare meglio, ha creato una santa alleanza (oppure ci è entrata, ma questo non è importante) cercando le partnership necessarie per un gioco grande come quello della telefonia mobile.
Ovviamente bisognerà vedere se tutto funzionerà se il mobile riuscirà veramente a offrire una buona navigazione in rete e con quali servizi, ma di certo Android è un passo decisivo verso quel “tutti contro tutti” impensabile fino a poco tempo fa.
Google doveva essere, ed è, il grande rivale di Microsoft ma intanto si scontra con Nokia che rivaleggia con Blackberry e Microsoft. E non a caso proprio da Nokia arriva il primo segnale di ascolto. “Nessuna porta chiusa“, dichiarano i portavoce della casa finlandese, disposta, a quanto pare, ad entrare nel gruppo se si considerasse “strategicasmente conveniente farvi parte“.
In nome della mitica convergenza la lotta si fa sempre più serrata. Secondo i manuali il vantaggio dovrebbe essere tutto dei consumatori.