Una quarantina di applicazioni pubblicate e installate presso 57 utenti finali, per un totale di ottanta applicazioni scaricate. A poco meno di sei mesi dal lancio di PassStore annunciato da Stefano Franceschini, presidente di Passepartout, in occasione dei meeting annuale con il canale, sono attualmente sei su un totale di 300 i partner impegnati in una collaborazione “attiva” volta a incrementare il repository messo a punto dalla software house di San Marino per ampliare il portafoglio delle opportunità lasciando libero il singolo partner di scegliere se condividere la propria app gratuitamente o con un costo licenza d’uso.
«Una voglia di fare gruppo», come l’ha definita lo stesso Franceschini in risposta alla concentrazione che sta caratterizzando il mercato del software, «e di beneficiare di una competenza diffusa (quella dei suoi “distributori” – ndr), in grado di coprire l’ultimo miglio dei nostri gestionali» che, è l’ulteriore puntualizzazione, «a differenza dell’offerta messa insieme dai competitor accorpando tra loro una serie di soluzioni acquisite, non pecca di alcuna sovrapposizione».
Da qui la proposizione dell’ultima versione di PassBuilder, piattaforma completa di sviluppo costituita da Sprix e Collage rivisti e potenziati in ottica Web e mobile, ora in grado di fornire funzionalità specifiche per il cloud e la navigazione dei dati, mentre il già citato PassStore, su cui si concentra buona parte della nuova era di Passepartout, consente di raccogliere le modifiche effettuate e documentate in modalità marketplace, così da essere fruibili anche dagli altri clienti.
«L’idea è semplice – spiega ancora Franceschini – e parte dalla proposizione di un software standard pacchettizzato corredato di una suite in grado di “cedere” il comando a eventuali personalizzazioni sottoposte a validazione senza manomettere il software di base, di cui non vengono distribuiti i codici sorgente. In questo modo, la modifica del prodotto è soltanto logica, non effettiva, mentre corredato da funzioni nuove, il sistema operativo consente al software di fare cose diverse».
Magazzino, contabilità, tesoreria: a ciascuno la sua app
Ma ci vuole tempo. Non tutte le personalizzazioni proposte sono, infatti, adatte a un uso diffuso. «Al momento – ci spiega Stefano Benzi, Direttore Applicazioni di Passepartout con un passato importante alle spalle in Esa Software, prima come dipendente poi come partner –, le applicazioni proposte sono estremamente verticali e riguardano, in prevalenza, l’area magazzino, la contabilità e la tesoreria. Per ciascuna sono ragionevolmente previste diverse sfaccettature, per fare in modo che il medesimo programma sia in grado di rispondere alle diverse richieste del mercato generando una serie di app modificabili di volta in volta».
E che l’area di cui Benzi è responsabile insieme a Paolo Franceschini, che all’interno della divisione PassBuilder si occupa della parte di manualistica e video a corredo delle applicazioni proposte dai partner, sia al momento quella di maggior interesse lo dice anche il numero di assunzioni: 15 quelle previste entro la fine dell’anno, per far crescere, in primis, il numero dei programmatori a disposizione, «anche se stiamo faticando a reperire personale con i giusti skill».
«La vera rivoluzione – dettaglia il tecnico richiamato ad aprile di quest’anno in Passepartout, dove ha lavorato dal 2000 al 2008 come responsabile marketing media impresa, dopo una parentesi in Gruppo Ranocchi come responsabile supporto e product manager dei gestionali NTS – consiste nella possibilità di vendere app su un software gestionale che, normalmente, mutando nel tempo, vanifica le personalizzazioni, mentre così com’è concepito, il tool PassBuilder, contiene DataTrek, un linguaggio di programmazione proprietario per realizzare, lato desktop, sia su Linux sia su Windows, app che funzionano in cloud come “ospiti” di applicazioni scritte in Sprix. Un occhio di riguardo è stato, poi, dedicato alle applicazioni su mobile che funzionano in modalità disconnessa con il rilascio di una app per la raccolta ordini su tablet e smartphone. In questo modo, che si tratti di Sprix o di PassMobile, i partner non rimangono spiazzati dalle tecnologie di programmazione Java e Xcod ma possono continuare a sviluppare app per la raccolta ordini o tentata vendita utilizzando uno strumento in uso da trent’anni che, entro il prossimo anno, sarà disponibile anche per piattaforma iOS».
L’interesse c’è: le richieste di supporto e assistenza sul tool di sviluppo da parte dei partner sono passate da 5-6 al mese a 100-150.
Innovazione da premio
E che la cosa funzioni e abbia senso se ne è accorto anche il mercato, tanto che meno di un mese fa la società di Franceschini si è aggiudicata il premio come Eccellenza dell’Anno Innovazione & Leadership nella categoria Software Gestionale.
Assegnato da Le Fonti Awards, parte dei premi internazionali IAIR Awards, il riconoscimento ha riguardato, in particolare, proprio i nuovi PassBuilder e PassStore, ma anche l’identità strategica aziendale che, si legge nella motivazione del premio, “prevede come unica modalità di accesso al mercato la distribuzione, l’assistenza e la personalizzazione del software gestionale, attraverso un canale di concessionari qualificati”.
Obiettivo brand, non franchising
Ma il messaggio di Franceschini è anche un altro e parla della voglia di far percepire «qualità e forza del brand Passepartout attorno al quale – spiega – i partner più capaci saranno chiamati a diffondere il nostro software ma anche ad arricchirlo e personalizzarlo per far crescere il numero di installazioni».
L’era in cui qualcuno si occupava del prodotto e qualcun altro di distribuirlo al mercato è terminata.