L’acquisizione di Workflow da parte di Apple è un buon segnale per iOS in generale, dato che apre la porta idealmente a maggiori possibilità di automatizzare le funzioni del sistema operativo mobile e delle sue app. Il livello di automazione di iOS in effetti era ormai poco adeguato ai tempi e non tutti si possono mettere a sviluppare in Swift quando hanno bisogno di una funzione specifica.
Apple però sembra aver riservato a Workflow un benvenuto che non piacerà a tutti i suoi utenti, specie quelli di lunga data che hanno magari un ricco archivio di flussi di lavoro già creati. Nel suo ultimo aggiornamento l’app ha infatti perso i connettori per alcuni servizi e applicazioni che probabilmente Apple giudica concorrenti ai suoi o che non gradisce supportare direttamente.
Sotto le forbici di Apple sono caduti Google Maps (alcune funzioni sono ora collegate a Mappe di Apple, Street View non c’è più), Google Translate (sostituito da Microsoft Translate), Google Chrome, Pocket, LINE, Telegram e Uber. I workflow che contengono i connettori a questi servizi non funzionano più, quindi se ne avete sviluppati di questo genere, è il caso di controllare e modificare il modificabile.
[…] Non è la protezione dei testi l’unica novità di questa versione: sono state potenziate alcune funzioni esistenti quali i gruppi e i filtri; inoltre le statistiche per gruppi e filtri, finora prerogativa della versione Mac, sono state aggiunte anche a quella iOS. L’aggiornamento potenzia anche il supporto e aggiunge nuove azioni di X-Callback-URL sia su macOS che iOS. Mediante x-callback-url è possibile triggerare delle azioni di Ulysses da altre app: è un sistema utilizzato da alcuni strumenti che automatizzano sequenze di azioni, come ad esempio l’app per iOS Workflow, di recente acquisita da Apple. […]