Home Apple Apple Intelligence: così l’AI di Apple potenzierà iOS 18 e macOS 15?

Apple Intelligence: così l’AI di Apple potenzierà iOS 18 e macOS 15?

Secondo il solitamente bene informato reporter di Bloomberg Mark Gurman, in occasione dell’annuale Worldwide Developers Conference, che inizierà lunedì 10 giugno, Apple annuncerà i piani dell’azienda riguardanti una profonda integrazione dell’intelligenza artificiale nelle sue principali app e funzioni, ribadendo al contempo l’impegno per la privacy e la sicurezza, che la società di Cupertino ha sempre considerato tra i punti fermi (e caratteristiche di differenziazione rispetto alla concorrenza) delle proprie piattaforme.

Apple non è mai stata tra le prime aziende ad abbracciare e implementare a modo proprio le nuove tecnologie emergenti: ha sempre aspettato di essere ragionevolmente certa di poterle interpretare in modo unico e dirompente per il mercato.

Per quel che riguarda l’intelligenza artificiale, a circa un anno e mezzo di distanza dalla release iniziale di ChatGPT e dell’esplosione globale dell’AI generativa, per molti l’azienda californiana ha accumulato un ritardo difficile da colmare. In base ai rumor riportati da Mark Gurman, e da altri osservatori, Apple è ora pronta a delineare la sua visione della tecnologia AI, e questo disvelamento sarà avviato alla WWDC 2024.

Tali indiscrezioni non sono certo inedite, ma Gurman ora va oltre: secondo l’ultimo report della firma di Bloomberg, l’azienda riunirà tutte le sue iniziative e capacità di intelligenza artificiale sotto il brand Apple Intelligence.

In sintesi, dunque, Apple Intelligence dovrebbe essere il nome dell’AI di Apple (formano anche lo stesso acronimo). Le funzioni AI saranno integrate nelle prossime versioni dei sistemi operativi Apple, che – come di consueto – saranno presentate in anteprima alla WWDC, compresi i due sistemi principali: iOS 18 e macOS 15.

Secondo il report, le funzioni AI richiederanno l’opt-in da patte degli utenti e Apple avrebbe tutta l’intenzione di “non abusare” dei dati degli utenti. Apple Intelligence – sempre secondo i rumor – sfrutterà modelli linguistici di grandi dimensioni per fornire funzioni di produttività e che aiutino gli utenti nella loro vita quotidiana, come ad esempio: la categorizzazione automatica delle email e le risposte autogenerate in Mail; il fotoritocco potenziato dall’AI in Foto; la sintesi delle pagine web in Safari; la ricerca migliorata di Spotlight; le playlist generate automaticamente in Apple Music e così via.

Apple Intelligence dovrebbe quindi aiutare gli utenti a svolgere attività in modo da incrementare la produttività e rendere più semplici e veloci le operazioni. E l’elaborazione dovrebbe essere per la maggior parte on-device, anziché nel cloud. Per alcune attività più complesse sarebbe comunque contemplata anche l’elaborazione nel cloud, sui server Apple.

La tecnologia di base sarebbe tutta “fatta in casa” da Apple. Ma i rumor parlano anche di un ipotetico impiego della tecnologia alla base di ChatGPT, attraverso una possibile collaborazione con OpenAI.

In ogni caso, anche considerando che Apple abbia ottimizzato al massimo i modelli per rendere possibile e agevole l’esecuzione sui dispositivi, è sensato immaginare che i requisiti potrebbero essere abbastanza elevati. Indiscrezioni ipotizzano che le funzioni AI potrebbero addirittura richiedere non meno di uno dei prossimi iPhone 16, che dovrebbero arrivare entro quest’anno. O forse almeno un iPhone 15 Pro. Per quanto riguarda i Mac, le funzioni AI potrebbero richiedere necessariamente un chip Apple.

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