Ci volevano nuovi prodotti per rilanciare il mercato dei dispositivi wearable e ora che questi sono arrivati la spinta si vede. I dati IDC relativi alla vendita di wearable nell’ultimo trimestre 2016 indicano una crescita anno su anno del 17 percento circa, il che corrisponde a vendite per quasi 34 milioni di dispositivi. Per tutto il 2016 si parla invece di oltre 102 milioni di wearable venduti, il 25 percento in più rispetto al 2015.
La parte del leone la fanno ancora i dispositivi più semplici, IDC però sottolinea che la distinzione tra wearable di base e dispositivi smart come Apple Watch sta diventando sempre meno significativa. È vero che i dispositivi come gli smartwatch possono eseguire app, ma è anche vero che le applicazioni legate al fitness e alla salute sono le uniche che riescono a fare presa. Quindi anche i device più smart si usano come fitness/health tracker, mentre i più semplici si evolvono ugualmente in tal senso. E la distinzione tra le due categorie un po’ svanisce.
La direzione in cui devono svilupparsi gli smart wearable nel prossimo futuro dev’essere un’altra, secondo IDC. È necessario che riescano a svincolarsi dall’accoppiamento con uno smartphone e che possano dialogare direttamente con le reti mobili, creando un tipo di esperienza d’uso più evoluta.
Queste evoluzioni si rispecchiano in parte nelle quote di vendita dell’ultimo trimestre 2016. Apple è al terzo posto globale come primo produttore di smart wearable. Secondo IDC l’ultimo del 2016 è stato il trimestre migliore in assoluto per Cupertino (la stima è di 4,6 milioni di Watch venduti) grazie alla spinta di Apple Watch Series 1 e Series 2. Per IDC, Apple ha saputo rifocalizzarsi per rilanciare il Watch nel mercato consumer ed è all’avanguardia per quello business.
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