Secondo “APIs and the Digital Enterprise: From Operational Efficiency to Digital Disruption”, uno studio internazionale commissionato da Ca Technologies a Freeform Dynamics.Le aziende fanno un uso diffuso delle Application Programming Interface,
L’Api capability Index, un indice creato in base ai risultati emersi dalle risposte dei 920 manager che hanno partecipato allo studio, dimostra però che c’è ancora molto da fare per realizzare appieno i benefici che una strategia efficace può offrire.
10 requisiti abilitanti per l’Api economy suddivisi in quattro categorie
Agli intervistati è stato chiesto di indicare se la loro azienda disponesse di 10 requisiti abilitanti, raggruppati in quattro categorie: Lifecycle Support, Core Security, Run-time Environment e Operational Management.
In Italia, il 26% delle aziende intervistate risulta essere a uno stadio ‘avanzato’, davanti a Germania (22%) e Francia (23%), ma dietro al Regno Unito (41%) e alla Svizzera (33%). Il 30% delle organizzazioni italiane è a un livello ‘base’, mentre il 44% appare essere a uno stadio ‘limitato’.
Dall’analisi dei risultati della ricerca pan-europea traspare una forte correlazione fra il livello di competenze e requisiti abilitanti per l’adozione delle Api e i vantaggi derivanti dai relativi investimenti. In media, le organizzazioni paneuropee che si trovano a un livello avanzato dichiarano di avere una probabilità due o tre volte superiore di ottenere vantaggi significativi rispetto alle loro omologhe classificate a uno stadio ‘limitato’.
Ad esempio, il 63% delle organizzazioni europee a un livello ‘avanzato’ dichiara di poter garantire una customer experience migliore, rispetto al 23% degli utenti a un livello ‘limitato’. Allo stesso modo, il 62% degli utenti a livello ‘avanzato’ ha ridotto i tempi di rilascio delle app con potenziale di incremento di fatturato, contro il 25% degli utenti a un livello ‘limitato’.
Per quanto riguarda poi l’ampliamento della copertura digitale — fattore cruciale per il successo nell’economia delle applicazioni — questo obiettivo è stato raggiunto da un numero di aziende a livello ‘avanzato’ quasi pari al triplo di quelle a uno stadio ‘limitato’ (il 57% contro il 21%).
Le organizzazioni europee in possesso di capacità avanzate di uso delle Api sono anche in grado di applicare una sicurezza più elevata.
Ma non sappiamo valutare la monetizzazione
Le organizzazioni italiane registrano un’adozione diffusa delle Api su Internet. L’85% del campione abilita sviluppatori esterni, l’82% crea applicazioni web, l’81% integra il back-office e il 73% incorpora servizi di terze parti. Fra le principali leve, attuali e future, troviamo l’ampliamento della copertura digitale (91%), l’innovatività degli sviluppatori terzi (87%), la semplificazione delle catene della domanda e dell’offerta (86%) e l’erogazione di nuove/migliori customer experience (85%).
Nonostante i significativi presupposti, pochi fra i soggetti intervistati ritengono di aver affrontato adeguatamente alcune criticità. Solo il 17% delle organizzazioni italiane, ad esempio, ha trovato partner tecnologici in grado di fornire professionalità e servizi di consulenza adeguati, mentre il 24% afferma di avere acquisito una massa critica di sviluppatori nell’ambito dei progetti dedicati alle Api. Ma ciò che più colpisce è che soltanto il 28% è stato in grado di quantificare il valore delle Api in termini di business, chiaro segno dell’incompletezza nell’adozione del modello.
I valori italiani sono abbastanza in media tra le aziende che adottano l’Api economy. Quelle che ce la fanno, sono per tre quarti felici dei risultati su tutti gli indici della ricerca, ma sono poche. Quasi tutte (90%) vedono le necessità dell’Api economy come essenziali, ma appena un terzo di loro (dal 28% al 34%) ha realizzato le aspettative di skills, infrastruttura, compliance e community.
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