Molto spesso si sente parlare di Api come di una questione limitata alla scelta dell’ecosistema e del fornitore. In realtà questa è solo una parte del quadro complessivo: per impostare l’attività aziendale intorno alle Api e al loro modello d’uso è necessario valutare l’intera catena di produzione del valore, la cosiddetta Api value chain.
Nel precedente articolo “Le Api? Sono come la Formula Uno” abbiamo introdotto Apis for Dummies, l’ebook gratuito realizzato da Ibm sulla Api economy. In particolare, le Api sono state inquadrate come un vero e proprio prodotto.
Torniamo ora sul succoso testo per raccontare la seconda parte, nella quale si analizzano cinque possibili tattiche relative al mondo delle Api: monetizzare i dati, libertà di innovare, mobile in pochi minuti, mondo ibrido e IoT/fabbrica 4.0 (l’autore parla di machinery, un settore più ampio e sfumato della fabbrica).
Per essere una descrizione in forma discorsiva l’analisi è profonda, riassunta nella versione ridotta dell’ebook offerto da Ibm. Si articola sempre su sei punti: obiettivo, pubblico, Api, termini e condizioni, implementazione, uso di Api altrui.
In questo articolo vediamo in dettaglio, e implicitamente confrontiamo, le analisi relative ai due mondi tra loro più distanti: l’articolatissimo mondo ibrido e il più diretto ambiente dell’IoT.
Mondo ibrido
L’obiettivo è il potenziamento di sviluppatori ed operazioni, implementando sulle Api tutti i controlli necessari per gestire una rete aperta. Le principali preoccupazioni dell’ibrido sono infatti sicurezza e controllabilità.
Il pubblico è l’intero ecosistema, quindi sviluppatori interni ed esterni all’azienda in qualsiasi mix possibile. E’ quindi centrale la progettazione delle strutture decisionali.
Nel mondo ibrido non c’è una sola regola di fornitura delle Api: internamente serve velocità d’implementazione, esternamente chiedono Api aziendali ben definite. Anche termini e condizioni sono più complesse da articolare, a seconda di quanto le Api gestite o non gestite vadano verso l’It, e quanto verso il business. Per le Api gestite si applica il modello di consumo uniforme, anche se facendo attenzione a ciascun livello di adozione interno alla community. Le Api non gestite non consentono di gestire in modo assoluto traffico e sicurezza, che richiedono il controllo della comunità.
Anche l’implementazione risente del doppio registro ibrido, quindi troviamo robustezza e runtime per soluzioni pianificate contro costi e tempi di sviluppo delle Api su richiesta.
Il numero di Api di terze parti varia molto nel tempo, e questa variabilità è di difficile gestione nel mondo ibrido, per cui in genere il consumo è ridotto o nullo.
Mondo delle macchine
L’obiettivo è un ambiente interamente programmabile. Si cerchi quindi una infrastruttura fisica programmabile,
realizzando Api pure di tipo non gestito (unmanaged); eventualmente si può sviluppare un secondo livello, stavolta gestito.
In questo caso il pubblico è in gran parte interno: un produttore di dispositivi vuole software che segua il proprio modello di business.
Le regole di fornitura dipendono in massima parte da ciò che serve ai dispositivi fisici in questione, quindi le scelte sono limitate.
Termini e condizioni sono semplicissime: per le Api di primo livello sono virtualmente assenti, mentre quelle di secondo livello (managed Apis) gestiscono anche le questioni di sicurezza.
L’implementazione delle Api di primo livello riguarda solo i produttori e quindi non gli sviluppatori esterni.
Le Api di terze parti svolgono un ruolo essenziale nell’IoT, in quando non avere l’ultima versione della documentazione equivale all’impossibilità di comunicare con i dispositivi. E’ quindi molto importante avere gli accordi giusti con i fornitori di dispositivi e macchinari.
Conclusioni
Valutare le Api come un prodotto con componenti di servizio è l’obiettivo di chi voglia implementare una vera e propria Api value chain. Alcuni punti hanno economie diametralmente opposte, com’è per la valutazione dei costi di esecuzione del runtime o con l’importanza delle Api esterne.
Per raggiungere gli obiettivi va fatta un’analisi complessa, senza limitarsi al primo passo, ovvero la scelta della migliore soluzione con sviluppo interno o esterno.