La release 2.0 della piattaforma si adegua ai tempi e velocizza il network spostando l’elaborazione in periferia.
A meno di un anno di distanza dal rilascio della prima versione di Java System Rifd Software, ora Sun lancia la versione 2.0, arricchita a modificata, come ha precisato la società, per adeguarsi ai cambiamenti nel frattempo avvenuti nel mercato.
La piattaforma, ottimizzata per ambienti Solaris-Sparc e disponibile anche per Linux, consente di ridurre il traffico sul network spostando parte delle funzioni di elaborazione lungo la periferia.
L’ultima versione del middleware aggiunge in particolare un’interfaccia Web based per il monitoraggio centralizzato da remoto dei dispositivi Rfid, livelli di servizio in base al device e il supporto degli standard Rfid di nuova generazione.
Oltre alle Api per l’integrazione di soluzioni di gestione già presenti nella prima release, la versione 2.0 conta poi su un nuovo tool di management, che consente di cambiare il setting dei dispositivi remotamente e di provvedere, nel caso, agli eventuali aggiornamenti software.
La soluzione è pensata per integrarsi con una varietà di applicazioni attraverso il supporto di differenti protocolli e interfacce, tra i quali lo standard Gen2, fresco di ratifica, e l’Ale (Application Level Events) dell’organizzazione EpcGlobal.
Il supporto delle specifiche Ale da parte del middleware è proprio quello che consente di trasferire le istanze elaborative sulla periferia (cioè sui lettori dei tag), abilitando in pratica un ambiente service oriented nel quale sul network transitano le informazioni di volta in volta pertinenti a una specifica richiesta o servizio.