Un gruppo di aziende sta per presentare una possibile soluzione all’emergente problematica della comunicazione tra processori sempre più veloci e componenti periferici interni ed esterni relativamente più “lenti”
Il problema potrebbe esacerbarsi ulteriormente la prossima settimana, quando
Intel introdurrà il suo nuovo Pentium 4 in grado di operare a velocità di clock
che arriveranno ai 2 GHz, contro il precedente limite di 1,8 GHz.
Per eliminare l’inevitabile collo di bottiglia tra la velocità del processore
e quella del flusso dei dati in ingresso e in uscita, diversi costruttori
supportati finanziariamente da Intel, hanno lavorato a un nuovo standard,
InfiniBand, capace di incrementare la velocità di spostamento delle informazioni
fino alla soglia dei 10 gigabit al secondo.
Alcuni di questi costruttori stanno preparando insieme a Intel una
dimostrazione dei primi prodotti InfiniBand, prevista a San Jose in California
per la prossima settimana. InfiniBand, lo ricordiamo, è emerso da un
accordo tra due proposte di standard concorrenti, fuse in un’unica
tecnologia.
I lavori sul nuovo sistema per il trasporto dei dati da e verso il processore
e la sua cerchia di sottocomponenti erano iniziati nel 1998, con Intel schierata
su un fronte opposto a quello di Ibm, impegnata nello studio di un sistema
diverso. Nel 1999 i lavori sono confluiti in un unico progetto, InfiniBand
appunto, oggi supportato da Intel, Ibm, Sun, Dell, Hp e Compaq.
InfiniBand viene equiparato a un tessuto digitale con tante trame, ciascuna
in grado di trasportare separatamente un flusso di dati. Tra i costruttori di
componenti compatibili, emergono aziende come Mellanox, Primarion e Banderacom,
dietro i cui nomi si nascondono alcuni dei più abili progettisti di
microprocessori.