Dimostrato l’impiego con un’applicazione reale dall’IBTA, restano dubbi circa la rapidità di affermazione dello standard industriale, atteso per l’inverno prossimo, e gli ambiti in cui si collocherà.
Il meeting della IBTA (InfiniBand Trade Association) ha mostrato i decisivi passi avanti compiuti nello sviluppo di quella che si propone come la più rivoluzionarie delle tecnologie di I/O. InfiniBand, dunque, marcia a passi decisi verso il debutto nei server del prossimo inverno.
Restano però alcune ombre circa l’ambito in cui troverà spazio l’applicazione di InfiniBand, che, ricordiamo, è una tecnologia di interconnessione ad alta velocità tra server e dispositivi di storage. Proposta come alternativa all’architettura PCI e PCI-X, InfiniBand porterà notevoli incrementi di prestazioni (fino a 5 Gbps) all’interno dei sistemi, ma l’introduzione nell’ambito dei data center potrebbe non avere luogo. Se, infatti, la nuova tecnologia presenta velocità superiori alle attuali Ethernet, Gigabit Ethernet e Fibre Channel, non appare altrettanto consolidata e l’arrivo della 10 Gigabit Ethernet nel 2002 potrebbe vanificare il vantaggio. A questo si aggiunge che InfiniBand non è stata sviluppata per funzionare su lunghe distanze, per cui potrebbe essere impiegata solo all’interno dei data center.
Secondo Brent Ross, product marketing director Storage Networking Group di Adaptec: “InfiniBand ha il grosso svantaggio di richiedere la modifica delle applicazioni, al contrario dell’iSCSI, e non crediamo che “uscirà” dall’interno dei computer“.
Per contro, il numero di membri dell’IBTA è impressionante, oltre 200, ma per comprendere su quali sforzi potrà contare la nuova tecnologia bastano anche solo i nomi dei sette fondatori: Compaq, Dell, Hp, Ibm, Intel, Microsoft e Sun.
Tornando ai passi avanti compiuti, questi si sono toccati con mano nella dimostrazione organizzata da Ibm, Intel e Qlogic, che hanno utilizzato la switch fabric InfiniBand di Intel con un server Ibm sotto Linux (kernel 2.4) per far girare un’applicazione di database (DB2 Universal Database v7.2). A detta di Philip Brace, director of platform marketing della divisione Fabric Component di Intel, si tratta di un passo fondamentale, perché mostra finalmente la nuova tecnologia alle prese con un’applicazione reale. Ma lo stesso Brace ammette che, pur entrando formalmente nei server e nei dispositivi di storage il prossimo inverno, InfiniBand potrebbe dover aspettare ancora anni prima di affermarsi sul mercato. Questo proprio a causa della relativa compatibilità con le tecnologie precedenti.
Secondo molti analisti, dunque, InfiniBand vedrà un’immediata implementazione nei sistemi cluster, dove si registrerà un notevole incremento di prestazioni, ma non sucirà tanto presto dall’interno dei sistemi.