Da web company a digital company. È questo il percorso compiuto negli anni da Aruba, che oggi sempre si configura come partner digitale per le imprese di tutte le dimensioni.
“Ogni volta che l’Italia ha fatto un passo verso il digitale noi c’eravamo”, sottolinea Stefano Sordi, marketing manager della società, ricordando come domini, hosting, mail restano servizi core per la società toscana, contornati però da tanti nuovi tasselli che si chiamano ad esempio Firma Digitale e Spid.
“Dietro tutto questo c’è il datacenter e noi forniamo tutti quei servizi che fanno leva sul datacenter, mantenendo come costante l’erogazione di servizi a prezzo accessibili”.
Dai due datacenter storici, la presenza si è estesa in Italia, in Europa e nel mondo, anche grazie a partnership internazionali.
Per Aruba un nuovo campus, alle porte di Milano
La novità, in arrivo il prossimo anno, è un nuovo datacenter per Milano.
“Si trova in realtà a Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo, in ogni caso a pochi chilometri da Milano. Abbiamo acquisito un’area industriale dismessa, prima appartenente alla Legler”.
Si tratta di un’area di 187.000 metri quadrati, sulla quale Aruba intende realizzare un campus di datacenter, in una logica da distretto tecnologico.
Il primo lotto che verrà inaugurato insisterà su un’area di 10.000 metri quadrati.
Poiché la Legler è un’industria tessile, l’area industriale comprende anche una centrale idroelettrica, che Aruba utilizzerà per dare energia ai propri datacenter, con evidenti vantaggi sia in termini di costi, sia in termini di impatto ambientale.
Il focus sul cloud e le novità di Aruba Business
Questi investimenti hanno l’obiettivo di sostenere tutto il business di Aruba, incluso tutto quanto l’azienda ha fatto e continua a fare nell’area cloud.
“In questo mercato giochiamo una partita agnostica – racconta Gabriele Sposato, direttore marketing di Aruba Business –. Ci interessa offrire il datacenter come prodotto finale; a un mondo che si orienta sempre più verso l’ibrido, offriamo tutte le tecnologie di mercato. Cerchiamo di giocare una partita infrastrutturale”.
Il cloud è anche il motore della crescita di Aruba Business, il programma lanciato un anno fa per consentire ai partner di canale di accedere all’intera offerta del gruppo, vale a dire hosting, domini e applicazioni per il Web, servizi di esecurity, tra cui firma digitale, conservazione sostitutiva e posta elettronica certificata, cloud computing e servizi di datacenter, con server dedicati erogati in modalità gestita o non.
“In un anno – racconta ancora Sposato – i numeri sono andati davvero oltre le aspettative: abbiamo aggiunto 3.000 nuovi partner e solo il 30 per cento di questi arriva dalle altre aziende del gruppo e sceglie di aderire al programma per centralizzare tutto il provisioning dei servizi. Il 70 per cento arriva dal mercato, quindi dai nostri competitor”.
Sposato racconta di come la domanda di servizi stia crescendo in modo esponenziale, soprattutto per tutto quanto gira intorno al cloud.
“I tassi di rinnovo dei servizi di hosting sono nell’ordine del 100 per cento”, dichiara Sposato che racconta come il pannello di gestione sia stato completamente rinnovato, così come l’interfaccia. Anche l’hosting oggi è completamente su Ssd.
“A breve rilasceremo poi un primo set di API, per le attività più comuni sui domini, mentre abbiamo differenziato gli accessi al pannello, consentendo un accesso master e accessi minori, ripartiti per ruoli”.
Ed è proprio la consapevolezza dei risultati raggiunti che porta oggi l’azienda a proporre sia a chi ha già aderito ad Aruba Business sia a chi vi aderirà entro la fine del 2016, una annualità gratuita per tutti i servizi, senza limiti quantitativi e senza obbligo di rinnovo alla scadenza dell’offerta.
“È una proposta interessante per chi vuole testare i nostri servizi e anche per chi vi ha già aderito e ne può usufruire per un saving importante”, conclude Sposato, evidentemente convinto che i rinnovi ci saranno, eccome.