Assinform: alle Pmi si vende così

La parte del Rapporto Assinform dedicata alla relazione tra fornitori Ict e piccole e medie imprese

Le piccole imprese non sono grandi consumatrici di prodotti hi tech eppure
sono il mercato visto che rappresentano oltre il 90% delle imprese italiane.
Vendor e reseller non possono farne a meno e quindi il Rapporto Assinform dedica
alla relazione fra fornitori e Pmi un paragrafo dove la questione viene
affrontata da lontano spiegando che non ci si
può relazionare alle Pmi
nello stesso modo in cui ci si relaziona con un impresa di grandi dimensioni. Piccole non vuole dire semplici e grandi non significa strutturate”
.




Differenziare l’offerta è l’ovvio consiglio di Assinform che al fornitore consiglia di calarsi nella realtà aziendale dell’impresa, usare il “linguaggio dell’imprenditore” saper tradurre in vantaggi di business qualunque
intervento It, dimostrare attenzione alla semplificazione dei processi,
evitare di apportare in azienda una complessità che possa scontrarsi con abitudini lavorative consolidate. Il dealer ideale deve anche garantire assistenza e prossimità al cliente più che nella grande azienda e chiarezza nei tempi e nei costi di progetto. “Infine, vendor e dealer non possono agire in maniera isolata dal contesto di riferimento per le piccole e medie aziende: associazioni di categoria, enti istituzionali, istituti di credito, università”.



Ai fornitori, prosegue il Rapporto, si richiede
un’attività di relazione per inserirsi in un sistema volto a valorizzare e
sostenere le imprese italiane nell’innovazione tecnologica. Si tratta di un
ecosistema in cui tutti sono partner, anche l’impresa, e in cui tutti hanno
doveri ben precisi. Così, le Pmi hanno un dovere di tipo più culturale e
organizzativo, devono cioè sapersi mettere in discussione, aprirsi verso i
fornitori e l’innovazione tecnologica. Le associazioni di
categoria
, riferimento primario per le Pmi, dovranno diffondere
una cultura dell’innovazione
collaborando con istituzioni e fornitori
ed erogare servizi legati alle tecnologie. Gli enti di governo dovranno
continuare a sostenere una politica di incentivi reali e cercare di favorire
aggregazioni di imprese e forme di collaborazione tra imprese ed enti di
ricerca. Gli istituti di credito dovranno indirizzare le imprese verso le forme
di credito più adatte alle singole esigenze e diffondere la conoscenza degli
accordi di Basilea 2.

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