Sette associazioni di consumatori di diversi Paesi europei hanno comunicato che presenteranno reclami contro Google per il mancato rispetto del Gdpr.
Ad annunciarlo è il BEUC (Bureau Européen des Unions de Consommateurs), un gruppo che rappresenta 32 associazioni di consumatori europee.
L’iniziativa, informa il BEUC, parte da una nuova ricerca pubblicata dal membro norvegese del gruppo, Forbrukerrådet. Sulla base di questo rapporto, si stanno muovendo le sette associazioni di consumatori, membri della rete BEUC.
Le associazioni intendono deferire Google alle rispettive autorità nazionali per violazione del General Data Protection Regulation (Gdpr). Il riferimento al Regolamento generale in materia di protezione dei dati, è in relazione a come Google traccia la posizione dei propri utenti.
Le sette associazioni sono: Forbrukerrådet (Norvegia), Consumentenbond (Paesi Bassi), Ekpizo (Grecia), dTest (Repubblica ceca), Zveza Potrošnikov Slovenije (Slovenia), Federacja Konsumentów (Polonia) e Sveriges Konsumenter (Svezia).
Google accusata di pratiche sleali
I dati relativi alla posizione, spiega il BEUC, possono rivelare molto sulle persone. Ad esempio le credenze religiose (andando ai luoghi di culto), le inclinazioni politiche (partecipando a manifestazioni), le condizioni di salute (visite ospedaliere regolari).
Il rapporto mostrerebbe, secondo queste associazioni, che Google raccoglie i dati sulla posizione degli utenti. In particolare tramite le funzioni della cronologia dei luoghi e dell’attività web e app. Funzioni che sono integrate negli account utente di Google.
Secondo le associazioni, Google utilizza vari modi per far sì che gli utenti tengano abilitate queste funzionalità. E l’azienda non fornirebbe agli utenti informazioni chiare su ciò che questo comporta effettivamente.
BEUC definisce quelle di Google pratiche sleali che lasciano i consumatori all’oscuro riguardo all’uso dei propri dati personali. Inoltre, l’azienda non offrirebbe ai consumatori una vera scelta se non quella di fornire i dati sulla posizione. Dati che vengono poi utilizzati dalla società per una vasta gamma di scopi, compresa la pubblicità mirata.
Gdpr e protezione dei dati personali
Queste associazioni di consumatori ritengono tali pratiche non conformi al Gdpr. In quanto Google non avrebbe una base giuridica valida per l’elaborazione dei dati in questione. In particolare, il rapporto evidenzierebbe che il consenso fornito dagli utenti in queste circostanze non è dato liberamente.
Inoltre, la società non potrebbe invocare un “interesse legittimo” per raccogliere ed elaborare i dati relativi alla posizione. Ciò, a causa dell’impatto importante e intrusivo che tale tracciamento ha sui diritti e le libertà dell’individuo.
Monique Goyens, direttore generale del BEUC, ha dichiarato che “La fame di dati di Google è nota ma la dimensione con cui inganna i suoi utenti per tracciare e monetizzare ogni loro mossa è scioccante. Google non rispetta i principi fondamentali del Gdpr, come l’obbligo di utilizzare i dati in modo lecito, equo e trasparente“.
Goyens ha inoltre aggiunto che “La situazione è più che allarmante. Gli smartphone vengono utilizzati per spiare ogni nostra mossa.”
E ha dichiarato che con questa iniziativa intendono “fermare lo sfruttamento dei consumatori e costringere questi giganti digitali ad assumersi finalmente le loro responsabilità”.
La risposta di Google
Reuters riporta un commento su questo reclamo delle associazioni di consumatori richiesto a un portavoce di Google. Quest’ultimo specifica che la cronologia delle posizioni è disattivata per impostazione predefinita ed è possibile modificarla, eliminarla o metterla in pausa in qualsiasi momento.
Il portavoce di Google avrebbe comunque aggiunto che la società leggerà attentamente questo rapporto per verificare se ci siano cose da prendere in considerazione.