La Commissione europea, su richiesta del Governo italiano, ha autorizzato la proroga dell’applicazione della detrazione Iva, nella misura del 40%, fino al 31 dicembre 2019, per le auto aziendali.
Il beneficio si applica quindi solo ai veicoli stradali a motore usati per scopo imprenditoriale/professionale, anche se acquisiti in locazione (anche finanziaria) e noleggio che non siano trattori agricoli o forestali e motocicli per uso privato con cilindrata non superiore ai 350 cc. A queste tipologie si aggiungono gli autocarri, con un limite di 3,5 tonnellate e il cui numero di posti a sedere, escluso quello del conducente, non è superiore a otto.
L’Iva è detraibile anche per le spese di gestione (carburanti e lubrificanti, leasing, noleggio e custodia), nonché di manutenzione e riparazione e transito stradale.
Non capisco come lo si possa definire beneficio. Capirei se fosse la maggiorazione dell’ammortamento del 40% (che al momento scade a fine anno), ma stiamo parlando della detraibilità dell’iva. E se un 40% di detraibilità iva potrebbe essere comprensibile, anche se non condivisibile per le auto, l’iva al 40% per i piccoli autocarri di tutti gli artigiani che circolano in Italia non lo è.
Forse ai piani alti pensano che l’autocarro sia usato per andare ai picnic la domenica?
Molti artigiani non possono farne a meno, per il loro lavoro. E per l’iva viene trattato come l’auto che “si mette in ditta” per risparmiare qualcosa. Non è giusto, e ovviamente non è così che si rilancia l’economia.