E spiazza gli smartphone. 7 aziende su 10 pronte a portare in due anni i propri strumenti di analisi su dispositivi mobili. Scaccabarozzi: merito dell’iPad.
«Noi facciamo progetti complessi, che al giro di chiave devono funzionare, completamente. Dobbiamo essere concreti. Ma dobbiamo anche prepararci per esserlo. Per questo facciamo ricerche: per capire prima quello che i nostri clienti vorranno fare fra due anni».
È questo il presupposto con cui Romeo Scaccabarozzi, president di Axiante, introduce il trend della Mobile Business intelligence, oggetto dell’indagine che la società ha condotto su 176 aziende italiane o straniere con presenza significativa in Italia.
Indagine condotta su chi la Business intelligence la usa già: «la Bi non è nuova, esiste da anni. Quello che c’è di nuovo è che il consumatore dei dati da questa prodotti è sempre più in giro».
Risultato: il 71% delle aziende intervistate farà la mobile Bi nel 2012 o nel 2013.
Più tablet che smartphone
«E teniamo presente che parliamo di una metodica di fruizione della Bi che solamente due anni fa non esisteva».
Cosa è successo in due anni?
«L’iPad», sintetizza Scaccabarozzi .
Il tablet ha cambiato completamente la visuale. E si sta prendendo anche tutto il campo: «oramai nessuno pensa più a fare la mobile Bi sugli smartphone».
Il dono della sintesi
Cosa servirà allora alle aziende?
Sintetizzare. La Bi mobile differisce da quella tradizionale per la selezione e personalizzazione dei contenuti a seconda delle figure che la utilizzano.
E questa è materia di Axiante.
Per Scaccabarozzi l’input ad andare in questa direzione viene dal vertice aziendale. Che poi pretenderà che a lavorare in mobilità sui dati per il business siano più persone.
In sintesi, un ennesimo passo verso la popolarizzazione della Business intelligence in seno all’azienda.
Che stavolta non ha più confini.