La società ha condotto un’indagine su oltre duemila organizzazioni di piccole e medie dimensioni in 30 paesi diversi, per capire qual è il grado di comprensione e utilizzo di alcune tecnologie di business continuity.
Symantec ha presentato questa settimana uno studio, condotto su oltre 2.000 piccole e medie imprese, che mette in luce come si stia ampliando progressivamente l’utilizzo di dispositivi mobili, cloud e virtualizzazione.
L’indagine ha preso in esame un campione di 2.053 organizzazioni in 30 paesi diversi, non tutte clienti di Symantec.
Circa i due terzi delle PMI afferma di avere fiducia nella propria capacità di ripristinare i dati dai sistemi di backup.
Secondo lo studio, il 41% degli intervistati si dichiara “abbastanza” fiducioso e il 24% “estremamente” fiducioso nel riuscire a ripristinare i dati dal sistema di backup in uso in azienda. Un altro 25% si dichiara “neutrale” rispetto alla propria capacità di backup, mentre l’8% non sembra molto fiducioso nella tecnologia implementata in azienda. Il 2%, ovvero circa 40 intervistati, ha dichiarato di essere “per niente” fiducioso in merito alle proprie copie di backup.
Le risposte alle domande relative alla pianificazione delle PMI in materia di disaster recovery hanno mostrato risultati contrastanti. Oltre il 20% degli intervistati si è detto “non molto” o “per niente” preparato in materia di disaster recovery, mentre il 31% si dichiara neutrale rispetto al problema. Il 36% degli intervistati si ritiene “abbastanza” o “estremamente” preparato sulla tecnologia in questione. Il 22% del campione ha risposto di non avere implementato in azienda un piano di DR, né di essere in grado di crearne uno. Per contro, il 26% ha risposto di avere un piano, mentre un altro 33% starebbe decidendo se crearne o meno uno e il 19% lo starebbe già creando.
Secondo lo studio, il 35% delle PMI utilizza dispositivi mobili per accedere alle informazioni di business mentre un altro 34% si sarebbe già avvalso di tecnologie di virtualizzazione dei server.
L’implementazione del cloud pubblico o privato è risultata piuttosto in linea, con il cloud pubblico in esecuzione nel 40% del campione e quello privato nel 43%.