Bea Systems affronta fiduciosa la standardizzazione Java

Alla JavaOne Conference la casa americana dovrebbe ufficializzare l’avvio di diverse partnership, volte a favorire la diffusione di WebLogic.

Nel corso della manifestazione JavaOne sono attese diverse novità sul fronte della piattaforma WebLogic di Bea Systems. Bea dovrebbe annunciare nuovi accordi di partnership sul versante degli strumenti di sviluppo, dei database e delle reti B2B, nel quadro di una strategia che dovrebbe aiutarla a distinguersi in modo sempre più netto dal suo rivale Ibm, fautore della Java 2 Enterprise Edition. Alla base di questa annunci una sfilza di nuovi contratti e alleanze centrate sull’ambiente di sviluppo WebLogic Workshop, nei confronti del quale Bea ha già stipulato oltre 200 partnership. In questa occasione le novità si riferiscono a player come webGain, TogetherSoft, Systinet, Flamenco Networks, Ipedo, Neo-Core, Allidex e CapGemini Ernst & Young. Contemporaneamente Bea ha deciso di rischiare la sua attuale posizione di leadership rispetto ai rivali j2ee annunciando anche l’inizio del processo di ratificazione da parte della Jcp (Java Community Process) per alcune importanti sezioni di WebLogic Workshop.

La mossa viene considerata come un sacrificio necessario per assicurare a Bea un posto di rilievo nell’ambito della comunità Java, attraverso il supporto diretto del concetto di portabilità delle applicazioni. Mesi fa, proprio a proposito di WebLogic Workshop, allora noto con il nome in codice “Cajun”, il co-fondatore di Bea Bill Coleman – ammettendo invece una certa riluttanza verso una eccessiva apertura – aveva dichiarato che il prodotto sarebbe stato ottimizzato solo per l’application server proprietario. Oggi si viene invece a sapere che i file i controlli e la gestione di processo dei Java Web Services (Jws) di WebLogic WorkShop, sono stati sottosposti al Jcp.

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