Ibm Global Services, la maggiore organizzazione per la creazione e la vendita di servizi informatici al mondo e tradizionale cassaforte del contante in circolazione nel gruppo Ibm, sta cercando con tutte le sue forze di staccarsi dall’immagine di norma …
Ibm Global Services, la maggiore organizzazione per la creazione e la
vendita di servizi informatici al mondo e tradizionale cassaforte del
contante in circolazione nel gruppo Ibm, sta cercando con tutte le
sue forze di staccarsi dall’immagine di normale consulente per
assumere un ruolo da leader nel nuovo mercato dei servizi per
l’e-business. La divisione di Big Blue, che in media rappresenta poco
meno del 40% dell’intero fatturato del gruppo, ha sollevato molte
perplessità tra gli analisti che hanno appena ricevuto i suoi dati
trimestrali. Rispetto al trimestre concluso l’anno prima, i ricavi
dei Global Services mostrano un andamento piatto, contraddicendo le
previsioni di Wall Street che avevano stimato una possibile crescita
del 6,5 percento.
Riuniti in teleconferenza con gli esperti finanziari internazionali i
diregenti di Ibm hanno dichiarato che il deludente risultato è dovuto
in parte a una ripresa più lenta del previsto dopo il periodo di
stanca registrato nella scia dei forti investimenti Anno 2000. Le
aziende clienti avevano speso parecchio e hanno quindi optato per una
comprensibile pausa di riflessione. Ma un fattore più vasto e
imponderabile, che non colpisce solo Ibm ma anche molti dei suoi
colleghi-concorrenti del consulting, è rappresentato dalla
transizione dai modelli basati sui sistemi mainframe verso le
attività consulenziali rivolte alle nuove opportunità dell’e-commerce.
Insieme ad altri marchi affermati come Eds e Csc, Ibm Global Services
è da tempo sotto pressione per affrontare un cambiamento che ha
trasportato concorrenti molto più piccoli e agili di lei (Scient,
Viant, iXl, Sapient e Lante) nella rutilante realtà del business
attraverso Internet. Lo sforzo comporta una forte rifocalizzazione
sulle fasce intermedie del mercato, oltre a un maggior contenimento
degli effetti di cannibalizzazione da parte delle società più
dinamiche.
I Global Services hanno riferito un volume d’affari trimestrale di
7,6 miliardi di dollari, contro gli 8,7 di un anno fa. Ma la notizia
più preoccupante viene dal modesto incremento (il 5%) in termini di
nuovi contratti, contro un incremento del 7% fatto registrare nel
corso del trimestre precedente. Nel complesso, i ricavi del gruppo
hanno subito un calo del 4,8% nel trimestre, attestandosi su 19,35
miliardi di dollari. Gli analisti aveva puntato su un fatturato
consolidato di 21 miliardi. Alla notizia, il titolo Ibm ha perso il
7% a Wall Street.