I servizi tornano a correre, e sulla sulla sella più alta di Ibm ora stanno in tre.
Ibm sta diventando sempre più una società votata ai servizi, anche se procede imperterrita nella sua campagna di acquisizioni di tecnologia software, come dimostra anche il recentissimo acquisto di PureEdge Solutions, produttrice di moduli elettronici, e anche a tenere vivo il ramo tradizionale di Armonk, i mainframe (si attendono, a breve, novità in merito).
La Global Services si è ripresa, dopo un primo trimestre in chiaro-scuro, con un secondo periodo di razza, totalizzando 12 miliardi di dollari di fatturato e una crescita del 4% anno su anno.
Trend che ha ripreso a marciare positivamente, come dimostra il 45% di nuovi contratti, 18 dei quali sopra i 100 milioni di dollari.
E in tutto questo si staglia anche il cambio di vertice: non più un responsabile unico, John Joyce, che lascia per entrare nel mondo dei fondi di investimento, in Silver Lake Partners, ma una triade.
Pare sia lo stesso Sam Palmisavo a volere così, ovvero a chiedere un maggiore (numericamente) coinvolgimento del management su un business che sta diventanto un idra.
I tre che prenderanno il posto di Joyce sono altrettanti decani di Big Blue: Ginny Rometty, Mike Daniels e Bob Moffat.