A poche ore di distanza Microsoft e Google annunciano di aver messo le zampe dei loro spider sul più famoso microblog. Annunci diversi in una identica prospettiva.
Praticamente in concomitanza con la presentazione di Windows 7, Microsoft ha richiamato l’attenzione del mondo 2.0 con un annuncio straordinariamente ad effetto: il suo motore Bing potrà operare nei contenuti di Twitter.
La notizia è di quelle forti per molti motivi, principalmente la competizione tra Bing e Google, che stava già segnando qualche piccolo punto a favore del recupero di Microsoft. Nello specifico dell’accordo annunciato Bing, attivo da pochi mesi, già poteva fare alcune operazioni su tweet specifici, mentre adesso l’azione sarà di ampiezza ben maggiore.
Molte delle domande sul business model di Twitter vanno via via sciogliendosi. Già da tempo l’azienda di microblogging aveva acquisito Summize, una piccola società operante sul mercato Seo (Search Engine Optimisation).
Dopo l’annuncio di Bing la palla passava a Google, che era rimasta indietro. In realtà negli stessi minuti dell’annuncio di Microsoft, il motore per eccellenza annunciava di aver raggiunto anche lei un accordo con Twitter.
In questo caso spettava al vicepresidente Marissa Mayer, che sul Googleblog annunciava: “we are very excited to announce that we have reached an agreement with Twitter to include their updates in our search results“, esprimendo la gioia di poter scandagliare gli abissi mediatici del microblog. Ovviamente tra un accordo appena raggiunto ed uno già formalizzato intercorrono alcuni mesi di azione, nei quali Bing avrà un vantaggio sul concorrente.
Non si può non osservare che la ricercabilità nei twit potrebbe modificare l’approccio al microblogging. La parte che usa Twitter comecanale diretto di trasmissione di notizie da personaggi ed aziende sarà ovviamente amplificata, ma lo stesso non si può dire per la parte privata.
Finora, infatti, quei messaggini erano freschi ed innocui, dimenticati in pochi minuti e ricordati solo nel numero di risposte in post importanti.
Adesso siamo sicuri che tutti coloro che prima con leggera autoironia (o dileggio verso altri) digitavano per pochi facezie e stranezze vorranno rischiare di ritrovare queste affermazioni qualche anno dopo, in tutt’altre situazioni personali o di carriera?
Ai… micropost l’ardua sentenza!