Biometria frenata dagli utenti

Indagine Unisys: i consumatori prediligono ancora sistemi di sicurezza basati su password e Pin.

Circa il 70% dei consumatori ritiene che le password e i codici Pin siano i mezzi più sicuri per verificare le identità delle persone nella gestione delle relazioni con banche, enti pubblici e privati. Meno della metà si affiderebbe alle tecnologie biometriche come la scansione del volto (44%) o il rilevamento dei vasi sanguigni (38%).

Lo scenario emerge da uno studio promosso da Unisys, che analizza il livello di penetrazione della biometria nel tessuto sociale.

Si tratta di un focus aggiuntivo sulle tecnologie biometriche associato allo studio Security Index, ricerca che ha coinvolto 13.296 consumatori in 14 Paesi, fra cui 6.421 in Europa (in Italia la ricerca ha raggiunto 979 consumatori).

Altre indagini, come il Biometrics Global Strategic Business Report, rilasciato lo scorso maggio da Global Industry Analysts, hanno invece previsto una crescita nell’adozione delle tecnologie biometriche tasso annuo composito superiore al 20% fino al 2012.

La ricerca Unisys, invece, deve registrare un generale scetticismo.

La poca fiducia dei consumatori verso la biometria evidenzia una scarsa conoscenza del tema da parte dei cittadini e, di conseguenza, del valore che possono apportare le tecnologie biometriche in materia di privacy, sicurezza fisica, tutela dei dati sensibili.

Rispetto alle tecnologie biometriche attualmente diffuse, i consumatori considerano affidabile solo la lettura delle impronte digitali (67% degli intervistati). E difatti le previsioni di mercato sottolineano che questa tecnologia, insieme al riconoscimento del volto e alla scansione dell’iride, costituirà nei prossimi due anni l’80% del mercato biometrico. Dopodiché si proporranno tecniche come il riconoscimento vocale, la scansione completa della mano e la rilevazione della forma dell’orecchio.

La ricerca Unisys ha evidenziato, inoltre, come la propensione verso le tecnologie biometriche sia maggiore nelle zone geografiche dove la pubblica amministrazione e il mondo aziendale hanno già implementato sistemi di biometria (Malesia, Australia e Regno Unito).

Dal punto di vista della privacy delle informazioni, metà degli intervistati si è detta preoccupata che altri entrino in possesso di dati sensibili senza il loro consenso diretto o a loro insaputa. L’aspetto più preoccupante è la possibilità che la tecnologia biometrica sia sfruttata per scopi diversi da quelli previsti e che la sua capacità di tracciamento, accresca il rischio che i dati siano impiegati per scopi differenti da quelli per cui sono stati generati.

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