Una strategia univoca per i sistemi operativi, nuove opportunità per i Cio con il nuovo middleware.
A margine della presentazione di Mike Lazaridis, lunedì sera a San Francisco, ci sono alcuni punti specifici che Research In Motion intende puntualizzare. A partire dal sistema operativo. Perché se è vero che PlayBook non avrà cuore BlackBerry 6, ma un Os specifico, sviluppato sulle foundation di Qnx, è altrettanto vero che la società cerca di mandare un segnale di continuità.
“Non abbiamo abbandonato la vecchia strategia sui sistemi operativi – precisa Alan Panezic, vice president product management – . E nemmeno è corretto dire che abbiamo due strategie differenti in base alla tipologia di dispositivo. In realtà BlackBerry 6 e il sistema operativo derivato da Qnx sono intrinsecamente legati e rispondono a una medesima strategia di sviluppo”.
Panezic evita con eleganza di rispondere alla domanda sul quando allora le due piattaforme confluiranno in una sola. Il “se” pare fuor di discussione.
Ancora non dichiarata è anche la modalità con la quale il nuovo tablet accederà a Internet.
Le versioni 3G e 4G saranno oggetto di annunci successivi. Per la prima versione si parla dunque di navigazione abbinata a un dispositivo Blackberry, del quale si sfrutterebbero, per altro, gli algoritmi di compressione. Su questo punto, tuttavia, Research In Motion mantiene il riserbo. Tanto il tethering, tanto la navigazione WiFi via BlackBerry potrebbero non incontrare il favore degli operatori di telefonia. Con tutta probabilità si tratterà di sviluppare accordi specifici in merito.
Nonostante l’interesse sia stato inizialmente catalizzato dal PlayBook, del quale erano visibili alcuni mock-up nelle aree espositive, per Research In Motion e per gli sviluppatori presenti a DevCon 2010, molti erano gli spunti sui quali lavorare.
BlakBerry 6, ad esempio, in arrivo sul nuovo Torch e poi a seguire in deployment su buona parte della gamma dei dispositivi esistenti. Presentato qualche mese fa, ora è pronto per entrare nei sistemi informativi aziendali.
“Ci sono significativi benefici per i Cio nel scegliere la nuova piattaforma – spiega Panezic –. Introduce notevoli miglioramenti in termini di prestazioni e funzionalità, senza però richiedere training particolari, dal momento che abbiamo mantenuto il look & feeling della precedente versione. Lo definiamo un major revamp, che introduce migliorie sotto tutti gli aspetti, senza però appesantire il carico dei Cio”.
Importante, sempre dal punto di vista dei Cio, è secondo Panezic anche il lancio del middleware Beam (BlackBerry Enterprise Application Middleware), sul quale poi si innestano le partnership strategiche.
“Rendiamo disponibile un framework molto potente, che consente la massima integrazione con altre piattaforme. Può essere integrato direttamente nei developer tool di Oracle, Sap-Sybase, Websphere, favorendo dunque lo sviluppo di applicazioni perfettamente integrate anche nel nostro ambiente mobile”.