Bottesi (NetApp): il cloud evolve, l’ecosistema dei partner con lui

In arrivo nella fialiale italiana una nuova risorsa dedicata alla rosa di top partner a cui la country manager (nella foto) lavora nel suo piano triennale per approcciare con metodo clienti di più grandi dimensioni. Non senza un engagement congiunto.

Capacità finanziaria, familiarità con la tecnologia Cisco, predisposizione a far certificare il personale tecnico per soddisfare le esigenze dei clienti di fascia enterprise e una presenza territoriale strategica.
Sono soprattutto queste le caratteristiche da spuntare nella lista che Bruna Bottesi (nella foto), country manager di NetApp Italia, ha messo a punto per selezionare e portare verso l’alto alcuni dei circa 200 partner dell’ecosistema nostrano.

Obiettivo, selezionarne un non meglio precisato numero «accomunato da un volume di business assimilabile tra loro».

Sì, perché nel piano triennale presentato dalla manager al suo ingresso in NetApp a luglio dello scorso anno, quella di sviluppare alcune relazioni, «sia per meglio coprire il territorio, sia per erogare maggiori servizi», si conferma una priorità per conquistare nuove quote di mercato.

A livello worldwide, nel frattempo, parecchie cose si sono mosse su uno scacchiere già votato alla virtualizzazione dello storage, tanto che unificato il proprio sistema operativo, «NetApp – ricorda Bottesi – ha introdotto Clustered Data Ontap per consentire a chi eroga servizi in cloud di lavorare senza interruzioni di business e di scalare l’infrastruttura dimensionandola in base alle proprie capacità di investimento».

Spinta dall’incedere sulla scena, «statunitense in primis», di service provider con un cloud di tipo pubblico, come Amazon e Google, il vendor ha, poi, recentissimamente intrapreso la strada dell’interoperabilità per gestire cloud ibridi «alleandosi con 12 dei 15 top worldwide service provider affinché anche chi lavora su cloud privato possa accedere e integrare in piena sicurezza servizi di cloud pubblico al proprio interno».

Ma all’evolvere del cloud, anche l’ecosistema dei partner si modifica, tanto che in NetApp si è scelto di promuovere un nuovo tipo di contrattualistica «volto a consentire a chiunque di sentirsi coinvolto nel nostro ecosistema, a prescindere che si tratti di un rivenditore tradizionale
o di un system integrator intenzionato a strutturarsi per parlare la
lingua dei managed service
» conferma Bottesi.

La stessa che, fin dall’inizio del suo percorso in azienda, ha scelto di tradurre in Low, Mid e High Touchutili a dare una misura dell’intensità di relazione che è necessario mettere per sviluppare ogni singolo business») una piramide che, a livello internazionale, identifica in Silver, Gold, Platinum e Star i livelli di partnership perseguibili dal canale.

Da qui l’ulteriore spinta a evolvere, sul mercato italiano, «da un ecosistema composto da tanti piccoli partner a una selezione di alcuni fra questi chiamati a investire per approcciare aziende di più grandi dimensioni».

Per loro non solo rebate aggiuntivi sulla vendita di un portafoglio FlexPod ulteriormente ampliato in partnership con Cisco e fondi di co-marketing da sviluppare congiuntamente ma un ulteriore risorsa in arrivo a novembre in aggiunta a quella già inserita ad aprile per seguire il canale dedicato ai top partner.

«La nuova figura – conclude la nostra interlocutrice – avrà il compito di smarcare quotidianamente il business dei partner selezionati supportando, al contempo, il dialogo tra le strutture di vendita e prevendita coinvolte e che dovranno imparare a conoscersi».

Niente di più normale per chi, ogni primo lunedì del mese, all’interno di un evento battezzato “Monday at NetApp”, ha scelto di incontrare a turno un partner di canale «invitandolo a parlarci delle soluzioni e dei servizi erogati o di particolari implementazioni realizzate con le nostre soluzioni affinché sia di esempio per gli altri».

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