Bsa: il tasso di pirateria scende al 49%

Rispetto all’anno scorso il calo è di due punti percentuali. Ma aumentano le perdite in valore assoluto

Cala il tasso di pirateria in Italia anche se aumentano le perdite in valore assoluto.


Il quinto studio annuale realizzato a livello internazionale da Idc per conto di Bsa (Business software alliance) indica una diminuzione del 2% “dell’imbarazzante tasso d’illegalità che affligge il nostro mercato” come sottolinea un comunicato dell’associazione che raggruppa i produttori di software.


Il tasso di pirateria infatti è sceso al 49% dal 51% dello scorso anno e dal 53% nel 2005.


Al calo della pirateria si contrappone però un aumento delle perdite subite dall’industria del software commerciale visto che il mercato del software è cresciuto rispetto all’anno passato.


Dai 907 milioni circa stimati da Idc per il 2006 si è arrivati infatti a 1.150 milioni di euro nel 2007.


Intanto la media europea dal 34% dello scorso anno è scesa al 33%.


Peggio di noi fanno solo Grecia (58%) e Cipro (50%) mentre, subito dopo l’Italia (49%), troviamo l’Islanda con il 48% (anche se su dimensioni di mercato complessive assai inferiori rispetto alle nostre).
I Paesi più virtuosi sono Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Svezia e Svizzera che viaggiano al ritmo del 25% di pirateria.


La media a livello mondiale, invece, risulta accresciuta di ben 3 punti – dal 35% del 2006 al 38% del 2007 – a causa degli elevati tassi di sviluppo che il settore Ict registra nei Paesi di recente sviluppo: Russia (73%), Cina (82%), India (69%) e in generale i nuovi grandi mercati vantano percentuali d’illegalità elevatissime nell’utilizzo del software.


“La nostra ricerca dimostra anche che la pirateria si riesce a ridurre sensibilmente nei Paesi in cui le pubbliche istituzioni collaborano attivamente con le organizzazioni di categoria nella tutela della proprietà intellettuale”, sottolinea Antonio Romano, direttore generale di Idc Italia e Penisola Iberica. “Se queste forme di collaborazione verranno potenziate anche a livello di organi di enforcement e su scala sovranazionale, potremo presto conseguire significativi risultati di riduzione dei tassi di pirateria anche nelle economie emergenti, equilibrando parallelamente i rapporti di competizione economica fra i rispettivi operatori”.


Con questo obiettivo, Bsa propone un approccio in cinque punti per ridurre l’illegalità nel mercato:
1) Intensificare la consapevolezza e la sensibilizzazione del pubblico sui rischi legati all’impiego di software illegale.
2) Aggiornare la legislazione nazionale vigente in materia di copyright implementando gli obblighi stabiliti dalla World intellectual property organization (Wipo), per combattere più efficacemente la pirateria digitale e online.
3) Creare forti strumenti di enforcement, tra cui severe disposizioni di legge contro la pirateria, come richiesto dal Wto (World trade organization).
4) Dedicare risorse significative ad affrontare del problema, tra cui la creazione di unità specializzate nelle forze dell’ordine, l’adesione a iniziative di collaborazione a livello internazionale e l’addestramento adeguato del personale.
5) Dare l’esempio, implementando sempre chiare politiche di gestione del software in ogni organizzazione ed esigendo che le pubbliche amministrazioni utilizzino soltanto software legittimo.

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