Bubble è una piattaforma no-code per creare prodotti digitali, che consente di costruire web app meglio e più velocemente, e soprattutto senza dover programmare il codice dell’applicazione.
La piattaforma permette di realizzare applicazioni interattive e multi-utente per browser web desktop e mobile e include tutti gli strumenti necessari per costruire un sito anche come, afferma la società sviluppatrice, Facebook o Airbnb.
L’editor drag-and-drop consente di progettare di tutto senza scrivere codice, secondo l’approccio no-code. Ad esempio un prototipo, per poter mostrare una demo della propria idea prima di fare un investimento in risorse tecniche. Ma anche prodotti finiti, sia che siano a contatto con l’utente finale, sia che servano come strumenti interni dell’organizzazione.
Con Bubble è possibile costruire la logica e gestire un database con una piattaforma intuitiva e completamente personalizzabile.
Una piattaforma che offre libertà di design anche senza alcuna conoscenza di HTML o CSS. E con la possibilità di creare layout mobile-friendly e contenuti dinamici per un prodotto professionale che possa essere mostrato senza timore ai propri clienti o investitori, mette in evidenza l’azienda.
Inoltre, le applicazioni web tradizionali richiedono che si debba gestire il proprio codice e impostare un processo di deployment su un server web. Invece questa piattaforma gestisce il deployment e l’hosting per il cliente, con un’infrastruttura robusta e scalabile, assicura Bubble.
Con diversi piani di abbonamento, che si differenziano per caratteristiche e prezzo. È disponibile anche un piano Free.
L’azienda ha annunciato di recente che Insight Partners ha condotto un round di finanziamento di 100 milioni di dollari in Bubble.
Bubble è stata fondata nel 2012 e, hanno evidenziato i suoi fondatori, nel frattempo le cose sono cambiate: ora il no-code è un movimento e un ecosistema. Ma c’è ancora strada da fare.
L’obiettivo con questo finanziamento, ha dichiarato Bubble, è quello di portare lo sviluppo del software no-code dal rappresentare una tecnologia d’avanguardia all’essere mainstream.
Ciò perché, secondo Bubble, il no-code è un modo più veloce, più facile e più inclusivo di creare software rispetto all’ingegneria tradizionale.