Dove la strada per la ripresa è quella dell’efficienza, bene si adatta il concetto di azienda snella, con un apporto tecnologico rinnovato in termini di gestione e controllo
Da qui al 2010 Ca porterà al mondo dei decisori Ict aziendali il verbo del Lean It. Un concetto, quello del “lean”, non nuovo a chi è un navigato conoscitore di teorie aziendalistiche. Risale, difatti, a un periodo che possiamo posizionare a cavallo fra la fine degli anni 80 e i primi anni 90, quando nel mondo della produzione, oltre che di azienda snella, si parlava anche di produzione secondo il principio del Just in time (ossia il predecessore del real time) e di qualità totale.
Spopolava, all’epoca, il caso Toyota, che era presentato come l’esempio principe di virtuosismo e innovazione. Una pietra di paragone che è ancora attuale, dato che lo è l’innovazione, ma anche in virtù delle esigenze di ottimizzazione delle dotazioni tecnologiche che da qualche anno a questa parte le aziende hanno maturato, come ha affermato Gabriele Provinciali, senior architect di Ca: «Le aziende non spendono come due anni fa, hanno meno budget e sono votate all’efficienza».
Lean, allora, significa sì andare alla ricerca degli sprechi per poi eliminarli, in funzione del raggiungimento di una produzione più efficiente, ma se si parla di It le cose assumono un connotato differente, paradigmatico.
«Non si tratta tanto – ha detto Provinciali – di sovrapporre una semplice analisi di spreco a tutto ciò che è It, quanto di mappare le aree di inefficienza, le cosiddette mattonelle del data center, e di ridurre i sistemi di gestione presenti».
Per qualsiasi attività economica le principali aree di spreco sono la sovrapproduzione, i tempi di attesa, il trasporto, la lavorazione, le scorte e i movimenti.
Trasponendole in campo It, si scopre che per ognuna di queste tematiche esiste un fronte di azione tecnologico che è passibile di ottimizzazione. Si può parlare, allora, di allocazione delle risorse sui progetti rilevanti (e quindi anche per fare il «killing», come dice Provinciali, di quelli non efficaci) con strumenti di Project portofolio management, di gestione dei tempi di attesa interni e dei clienti, di gestione dell’hardware con la virtualizzazione, dell’uso di strumenti di automazione e integrazione per dare una cifra alle risorse It che sia correttamente collocabile nei centri di costo aziendali.
Due anni fa Ca varò l’iniziativa di gestione Eitm (Enterprise It Management) di cui il Lean It è la logica prosecuzione, dato che si basa sugli stessi pilastri tecnologici, ma arricchiti e ampliati con nuove funzioni.
Si può dire che la copertura funzionale delle soluzioni tecnologiche di Ca sia massima, essendo stata estesa a tutto lo scenario It, dal classico ambiente centralizzato di stampo mainframe, a quello iperpolarizzato e diffuso del cloud computing, passando per gli ambienti di mezzo, quelli distribuiti e virtualizzati.
Ma questo, anche se è tanto, non basta. Come ha rivelato Provinciali, «ai Cio di oggi non è più sufficiente la copertura funzionale. A loro servono soluzioni di governo, gestione e sicurezza, che diano anche valore».
In questo senso l’impostazione Lean It è tesa a dare profondità all’azione sulla gestione del sistema informativo aziendale. «Infrastrutture e applicazioni – ha detto Provinciali – per noi devono essere viste, insieme, come una scatola trasparente. L’unico modo per spingere il cliente a creare valore con l’It».
L’approccio Lean It, allora, serve a mappare le aree di inefficienza aziendale e a dare risposte in termini di tecnologie abilitanti, che per Ca sono quelle fornite dalle versioni aggiornate di Clarity Ppm on Demand, di Wily Apm, di Service Desk Manager, Service Catalog e It Client Manager, di Spectrum, eHealth e Workload Automation.
Le applicazioni relative alla sicurezza in chiave di gestione della conformità rappresentano le novità: Enterprise Log Manager, Role & Compliance Manager e Data Loss Prevention, annunciati alla Rsa Conference, si può dire che siano i primi prodotti nati sotto il segno del Lean It. Ma altri ne seguiranno, da qui al 2010, così come arriveranno le soluzioni verticali già sviluppate assieme ai system integrator (fra cui Accenture, Ernst&Young e Deloitte) che fanno capo all’offerta Jso (Joint Solution Offering).