Caldera veste Linux di e-business

Dopo l’acquisizione di Sco, la società americana tasforma il sistema operativo freeware in prodotto e vara un programma per preparare il canale a veicolare la nuova offerta

Per Caldera dopo Londra Parigi e Francoforte è la volta di Milano e Roma, un tour europeo per presentare la nuova società nata con l’acquisizione di Sco. Ma l’evento serve soprattutto per annunciare che Linux si mette i panni dell’e-business e smette di essere un freeware trasformandosi in prodotto pronto per un mercato sempre più orientato su Internet.
Sfruttando il kernel di Unix, Caldera si presenta al mercato per far valere il peso dell’integrazione tra lo storico sistema operativo di Berkley e il nuovo rampante Linux. La legge del business non ammette deroghe il bisogno di integrazione era richiesto dal mercato professionale. Anche la logica del fare profitti dai semplici servizi, finalmente qualcuno lo dice con chiarezza, non sta in piedi.

Ormai il mercato riconosce Linux come piattaforma alternativa anche per le applicazioni critiche, per questo è necessario spingere il prodotto per aumentare le capacità tecnologiche e le competenze necessarie. Caldera si candida così per essere la punta di diamante dell’integrazione di Linux al mercato e annuncia il massimo sforzo sul canale per renderlo forte e competente e per veicolare sul mercato un prodotto che ormai abbraccia tutto l’orizzonte, dal thin client al data center.
A completare il quadro da segnalare anche le soluzioni Volution per il system management offerte da Caldera. Rimangono però alcuni punti deboli: un portafoglio non ancora completo di applicazioni, un brand con una reputazione incerta e una sensibile differenza nei servizi di supporto. Il tutto si traduce per Caldera in forti investimenti. Uno scotto inevitabile per chi ha deciso di trasformare “l’utopia” Linux in uno standard industriale alternativo per le piattaforme di e-business.

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